11 ottobre 2022
«Una serata difficile, che va analizzata nel contesto di un periodo altrettanto difficile. Questo è il momento dell’assunzione delle responsabilità: provo vergogna per quello che è successo e sono arrabbiato, ma il calcio è uno sport di squadra. Si gioca in 11, si perde in 11. Non c’è un solo responsabile, è una questione di gruppo, da questo si deve ripartire, sapendo che ci sono 9 partite in pochi giorni e che c’è una seconda parte di stagione che ci deve vedere protagonisti.
Abbiamo affrontato squadre che sarebbero state alla nostra portata, e dobbiamo fare una profonda riflessione, sia individuale che di gruppo e chiedere scusa ai tifosi, perché in questo momento non li stiamo rendendo orgogliosi. Faccio fatica a pensare a un cambio in corsa in questa fase: siamo un gruppo di 80/90 persone, che deve avere la capacità di raggrupparsi, mettere in campo le capacità individuali e collettive che questa rosa ha.
Per quanto riguarda i provvedimenti, sono decisioni che spettano all’allenatore. Io credo nel rispetto dei ruoli, il mio discorso, lo ripeto, è collettivo. Stiamo vivendo un periodo di alchimia negativa, da cui dobbiamo uscire un passo alla volta, una partita alla volta, per riacquisire personalità e consapevolezza nei nostri mezzi»