100 ANNI IN 10 IMMAGINI

Dire "Agnelli" e dire "Juventus" significa pronunciare parole che, spesso, hanno un senso comune. Significa intrecciare decenni (dieci, appunto) di leggenda, di passione, di amore infinito. Di gioia, di trofei, di sorrisi, di gol, di fuoriclasse.

Decenni con un denominatore comune: la vita di una città, di una famiglia e di un club, che sono racchiusi da un unico DNA.

Potete chiamarlo "Stile Juve", o semplicemente "Juventus". Perchè alle volte, una parola è più che sufficiente.

1. TUTTO INIZIA QUI

"La recente assemblea generale Ordinaria dei Soci ha nominato, per acclamazione, Presidente Effettivo della nostra Società, il Cav. Avvocato Edoardo Agnelli. Dotato di fervida intelligenza, di grande affabilità e di quella molta esperienza di mondo, di vita, di lavoro che ha potuto acquistare collaborando attivamente nella direzione di grandi aziende con l'illustre suo Padre il Senatore Giovanni Agnelli; cultore appassionato di ogni genere di Sport, espertissimo automobilista, Direttore della «Società Torinese per le Corse dei cavalli», Presidente Onorario del «Gruppo Sportivo F.I.A.T.», Egli porta alla nostra società, insieme alla preziosa opera sua, un nome che si illumina di una fra le più alte glorie sportive italiane, di una fra le più meravigliose creazioni dell'intelligenza e del lavoro umano: gloria di Sport, gloria di Lavoro!

Il F.C. Juventus, grato a Lui d'aver voluto accettare la Presidenza della Società, è di questa sua adesione tanto più fiera quanto più si sente degna di averlo a proprio capo.

Degna per il lungo passato di lotte e di vittorie che fa di essa la più gloriosa Società calcistica torinese, degna per tutte le energie di intelligenza e di lavoro che seppe esprimere e che fiorirono nel compiuto, magnifico nuovo Campo sportivo.

Anche per essa vi è gloria di Sport, gloria di Lavoro.

Per questo, intorno al suo giovane, illustre, fattivo Presidente, intorno ad Edoardo Agnelli, la famiglia juventina si stringe serena e fidente, certa di marciare con Lui verso un luminoso avvenire"

24 luglio 1923: Edoardo Agnelli diventa Presidente della Juventus. Rimarrà in carica fino alla sua scomparsa, nel 1935

2. IL PRIMO DI UNA LUNGA SERIE

Nel 1926, la Juventus ipotecava il secondo trionfo della propria storia. Grazie a una goleada contro l’Alba Roma, formazione vincitrice del Girone Lega Sud (a quei tempi non si parlava ancora di girone unico) e designata a sfidare i bianconeri, freschi vincitori del Girone Lega Nord dopo tre appassionati sfide contro il Bologna.

L’8 agosto, a Torino, la formazione capitolina è spazzata via con un perentorio 7-1. Le reti portano la firma di Hirzer (tripletta), Pastore (doppietta) Vojak I e Torriani. In campo ci sono anche tre campioni che, tantissimi anni dopo, entreranno nella rosa delle 50 Leggende bianconere: Carlo Bigatto, Giampiero Combi e Virginio Rosetta.

Il match, giocato sul campo di via Marsiglia, rappresenta solo l’andata della doppia finale. Ma il risultato fa già capire a tutti dove finirà il tricolore. Per festeggiare definitivamente bisognerà attendere due settimane, dopo il match di ritorno a Roma.

Quello del 1925/26 è uno Scudetto che ha una valenza storica importante per la storia della Juventus. Non solo perché arriva a oltre 20 anni dal primo – targato 1905 -, ma perché rappresenta il primo del legame tra la società bianconera e la Famiglia Agnelli.

3. QUINQUENNIO D'ORO (IL PRIMO)

Il 2 giugno 1935 la Juventus scrive la storia. Con la vittoria contro la Fiorentina all’ultima giornata, arriva il quinto scudetto consecutivo e si completa una cavalcata trionfale, lunga non un anno, ma un lustro.

La squadra è forse meno spettacolare rispetto alle stagioni precedenti, ma è più solida in difesa, quella che il tandem Bigatto-Gola guida da dicembre dopo le dimissioni di Carcano. Nel corso dei cinque campionati vinti, la Juve infila un numero impressionante di record: dal massimo delle vittorie in campionato (25 nel ‘30-31 e nel ‘32-33) al minimo di sconfitte (appena 4, nel ‘30-31 e nel ‘31-32); dal massimo punteggio in classifica (55 punti nel ‘30-31) al record dei gol fatti (89 nel ‘31-32) e al minimo di quelli subiti (22 nel ‘32-33); dalla miglior serie di partite senza sconfitta (21 nel ‘33-34) al primato di giocatori schierati contemporaneamente in Nazionale ( 9 in Italia - Ungheria dell'ottobre 1933). Più di tutto però valgono i cinque scudetti consecutivi: la Juve diventa la “Fidanzata d’Italia”.

Meno di un mese dopo, Edoardo Agnelli se ne andrà in un tragico incidente.

4. 1947: E' IL MOMENTO DELL'AVVOCATO

Il 22 luglio 1947, Gianni Agnelli ha 26 anni, compiuti da poco più di quattro mesi. Il nodo fra la Juventus e la Famiglia Agnelli si rinsalda, e la Juve ha un nuovo, giovanissimo, presidente.

Sotto la guida di Giovanni (questa sarà l’unica volta in cui ricoprirà questa carica, fino al 1954), la Juve vincerà due Scudetti, nel 1950 e poi ancora 2 anni dopo. C’è un nome che, in campo, scrive la storia bianconera di quegli anni: è il nome di Giampiero Boniperti. Novarese di Barengo, Boniperti ha solo 19 anni quando, nel 1947, proprio l’anno in cui Gianni diventa Presidente, esordisce con la maglia della Juventus.

Lo fa pochi mesi prima che la sua strada si incroci con quella dell’Avvocato: a marzo, in campionato, contro il Milan.

Durante gli anni di Agnelli Presidente, il futuro Presidentissimo segnerà una media mal contata (per difetto) di 20 gol a stagione. Niente male per un ragazzino.

5. 1955-62: LA PRESIDENZA DEL DOTTORE

Gianni Agnelli lascia la presidenza della Juventus nel 1954: dopo un anno di interregno, nel 1955 sarà Umberto Agnelli a prendere le redini della Juventus, prima come Commissario e pochi mesi dopo come Presidente, a guidare il club in quegli anni straordinari di estro italiano, tango argentino e temperamento gallese. Parliamo di un trio delle meraviglie, riassumibile in una sola parola: "BonipertiSivoriCharles.

Una leggenda straordinaria, un'altra, che crescerà esponenzialmente e si consacrerà nella seconda metà dei Cinquanta.

6. LO SCUDETTO DELLA PRIMA STELLA

A rendere speciale lo Scudetto del 1958 ci sono tanti elementi. Quell'impresa ha innanzitutto acquistato una portata storica perché al termine del campionato il Consiglio direttivo della Lega calcio decide di autorizzare i club a cucire sulle proprie maglie una stella dorata al raggiungimento del decimo titolo. E a definire ancor più il significato della vittoria della Signora c'è il parallelo con quanto sono riuscite a fare le altre due grandi storiche del calcio italiano: l'Inter è arrivata al traguardo nel 1966, il Milan addirittura al termine del decennio successivo, nel 1979.

La vittoria del 1958 arriva dopo la scelta di un nuovo allenatore; una campagna acquisti di alto profilo; il conseguente totale mutamento di clima e di prospettive, impensabile alla conclusione della precedente stagione. Perché la Juve che campioni come Omar Sivori e John Charles sono chiamati a risollevare arriva da un deludente torneo di metà classifica e da cinque anni senza successi.

Contendente di quell'anno è il MIlan, che viene battuto al Comunale il 9 marzo 1958. Da ricordare, oltre alla vittoria, un episodio eclatante, che vede protagonista John Charles. Nelle battute conclusive della gara, il bomber bianconero viene lanciato a rete in contropiede; lo va a contrastare il rossonero Bergamaschi che riceve da John una involontaria gomitata e crolla a terra. Charles si trova solo davanti al portiere ma decide di fermare il gioco per mettere la palla fuori. Il pubblico gli riserva un applauso a scena aperta.

Stile Juve.

Ps: dopo quel Tricolore, la Juve ne vincerà altri due, nel 1960 e nel 1961.

7. LA JUVE CHE VINCE TUTTO

A partire dagli anni '70 si rinsalda il legame della Famiglia con la Juve: dal 1971 la Presidenza bianconera è proprio nelle mani di Boniperti, che in 20 anni (fino al 1990) guiderà, in autonomia, ma con Agnelli sempre al suo fianco, la Juve a vincere tutti i trofei internazionali che sarà possibile vincere.

Sono anni memorabili, che ogni tifoso che abbia qualche decade alle spalle ricorda ancora adesso con un brivido. Nel 1977 la Juve si lascia alle spalle la delusione di uno Scudetto lasciato ai “cugini” l’anno prima e, da Signora d’Italia, comincia a diventare Signora d’Europa.

Coppa UEFA, Coppa delle Coppe, ma per fare il trittico delle meraviglie ne manca una, la Coppa dei Campioni. Sfiorata nel ’72 ma persa, inchinandosi all’immenso Ajax di Johann Cruijff, assaporata da grandi favoriti, ma ancora una volta lasciata andare al largo del mare di Atene, per quel maledetto gol subito dopo soli 9 minuti, quella sera del 25 maggio 1983. Un gol irrecuperabile, per una delusione che dalla Grecia viene trasmessa in diretta sui teleschermi di tutti i tifosi italiani. In molti non ci dormono, quella notte.

E in molti non dormiranno - per le immagini viste dal vivo o in televisione - nemmeno pochi anni dopo, quando finalmente, quella tanto attesa Coppa arriverà: 1985, 29 maggio. La Juve batte il Liverpool all'Heysel, ma l'unica parola che è nella mente e, ancora oggi, nei cuori di tutti, è, appunto: Heysel. Una notte troppo tragica per ricordare cosa successe in campo.

8. LA SECONDA STELLA

1982: la Juventus arriva all'ultima giornata alla pari con la Fiorentina, e sarà proprio la vittoria in Calabria a portare lo Scudetto, grazie al concomitante pareggio dei Viola. Il giorno è il 16 maggio, e alla storia passa un protagonista su tutti. Quello Scudetto, quello della seconda stella, porta la firma di Liam Brady, autore del gol decisivo su calcio di rigore.

Brady segna la rete che vale il 20° tricolore e Liam, segnandolo già sa che quella sarà la sua ultima partita in bianconero.

Dalla stagione successiva, verrà permesso di schierare due stranieri per squadra e a Torino arriveranno Platini e Boniek.

Brady fino all'ultimo secondo onora i colori bianconeri: un'altra storia di Stile Juve.

9. GLI ANNI 90/2000

Il legame fra la Famiglia Agnelli e la Juve continua a essere saldo, più che mai. Anche i decenni a cavallo fra i millenni lo confermano: dal 1994 al 2004 Umberto Agnelli è Presidente Onorario della Juventus, e proprio dall'anno dopo, il 1995, inizia uno straordinario ciclo di vittorie: cinque Scudetti, una Coppa Italia, quattro Supercoppe italiane, una Supercoppa europea.

E soprattutto quella notte, la notte di Roma del 1996, quando finalmente l'urlo di gioia può esplodere senza altri pensieri, per una festa indimenticabile La Juve torna in cima all'Europa, e pochi mesi dopo, al mondo, vincendo la Coppa Intercontinentale.

10: LA NOSTRA NUOVA CASA E UN'EPOCA DI SUCCESSI INCREDIBILE

Poi succedono tante cose: succede il 2006, la Juve esplora le acque sconosciute del Campionato Cadetto e torna subito su, subito in Europa l'anno dopo. Ma è chiaro che bisogna ricostruire, Partendo, è il caso di dirlo, dalle fondamenta.

Il 2008 è dunque il primo anno chiave di quella che sarà la nuova, e attuale, casa della Juve. Il 18 marzo il consiglio di amministrazione della Juventus delibera la costruzione di un nuovo stadio al posto del Delle Alpi; l’11 novembre dello stesso anno iniziano i lavori di demolizione, che fanno subito capire come il nuovo impianto della Juventus voglia cambiare le regole del gioco in Italia.

Quando i lavori terminano, tre anni dopo, i posti a sedere sono oltre 41 mila, il più vicino dei quali a soli sette metri dal terreno di gioco. La Juve sceglie di dare al suo impianto un nome, Stadium, che a Torino non è nuovo: allo Juventus Museum c’è un cimelio che racconta infatti di un luogo chiamato così, inaugurato il 29 aprile 1911 in piazza D’Armi a Torino, ma essenzialmente quasi mai utilizzato per il calcio.

Torniamo allo Stadium, quello nuovo. La sua vocazione è proprio il pallone. Nasce un simbolo dell’architettura torinese, un’icona della nuova Juventus. Che qui inizia, anzi, ricomincia, a vincere. Vincere. Vincere. Quell’8 settembre 2011 è una data che nessuno potrà mai dimenticare: quella notte si riaccende un orgoglio prepotente, quello della «Gente della Juve».

A tagliare il nastro, in quella notte magica, è ancora una volta un Agnelli: Andrea, presidente dall'anno precedente. Iniziano, simbolicamente proprio quella notte, anni di vittorie che, così tante, così continuative e incredibili, non si erano mai viste nella nostra storia. Nove Scudetti, Quattro doppiette consecutive con la Coppa Italia, e poi i 102 punti, e poi le 2 finali di Champions League, e poi le Supercoppe... E ancora, i cinque Scudetti delle Juventus Women, che vincono anche Coppe Italia e Supercoppe Nazionali e si fanno conoscere, eccome, in Europa. E la Coppa Italia di Serie C, primo scintillante trofeo dell'allora Under 23, oggi Next Gen.

Una storia magica, dunque, lunga un secolo. Che dieci immagini forse non bastano a racchiudere nella sua grandezza. Ma che milioni di cuori bianconeri nel mondo conoscono bene; e da quei milioni di cuori non può che arrivare la parola più semplice di tutte.

Grazie.