Come di consueto, al termine dell'Assemblea degli Azionisti, Andrea Agnelli incontra i giornalisti in conferenza stampa. Quest'anno però, al suo fianco, oltre agli amministratori delegati Marotta e Mazzia , siede anche Francesco Calvo, Chief Revenue Officer della Juventus, ed è lo stesso Presidente a presentare la novità: «Dal primo luglio c'è stata un'importante riorganizzazione e abbiamo dato forma a quella che credo debba essere la struttura di una società sportiva di alto livello. A Calvo rispondono infatti lo Juventus Stadium e le aree Digital Marketing and FRM, Global Partnership e Licensing and Retail. Credo che sia molto importante vedere crescere il numero di persone sedute al mio fianco: spesso infatti si identifica una squadra di calcio con l'allenatore, o il giocatore più rappresentativo, o il Presidente. La Juventus però non è un “one man show”, ma una realtà da 300 dipendenti, ognuno con competenze specifiche, ed è grazie alle donne e agli uomini che lavorano ogni giorno se arrivano i risultati. Come dico sempre però il successo più importante è il prossimo e stiamo tutti lavorando per i nuovi obiettivi».
Il Presidente, come già sottolineato durante l'Assemblea, ribadisce la necessità che il sistema calcio adotti riforme profonde e radicali: «Il bilancio che abbiamo presentato oggi passerebbe gli stress test della Bce, ma sappiamo che i prossimi anni saranno duri. C'è bisogno che l'industria del calcio riveda gli obiettivi, le infrastrutture, per arrivare a uno sviluppo di tutto il movimento che ci permetterà di aggredire società che oggi sono ancora lontane da noi. Tutti i parametri che danno la summa della competitività del nostro calcio, sono in declino e solo i diritti televisivi sono in controtendenza. Starà alla responsabilità dei singoli operatori decidere dove destinare parte della quota di tali diritti e l'auspicio è che vengano investiti in infrastrutture che portino beneficio a tutto il sistema. La tassa sulla sicurezza? Purtroppo nessuno all'interno delle nostre istituzioni è stato riconosciuto come interlocutore per la stesura del decreto sulla sicurezza, ma anche in questo caso il problema non è la tassa, ma gli stadi. Quelli italiani hanno un'età media di 64 anni e non sono all'altezza. La vera risposta al problema della sicurezza è la creazione di nuovi impianti sportivi».
In tema di previsione di bilancio, Agnelli risponde così a chi gli chiede se siano stati presi in considerazione gli effetti di un'eventuale eliminazione dalla Champions League: «Abbiamo considerato la possibilità, nei prossimi tre, quattro anni, di venire sempre eliminati nella fase a gironi, di uscire sempre agli ottavi di Europa League e agli ottavi di Coppa Italia. Sono dati di previsione e ovviamente, più sono conservativi, meglio è. L'obiettivo è arrivare a prevedere di non partecipare a competizioni europee, ma raggiungere comunque la sostenibilità economico-finanziaria».
Gli obiettivi sportivi sono naturalmente ben diversi: «Noi partecipiamo ad ogni manifestazione per vincere, sempre, ma ci sono altre società, che prendono parte alle medesime competizioni, con altrettante ambizioni. A lungo il Real Madrid è partito in Champions League per vincere la “decima” e ci ha messo dieci anni: è anche il bello delle competizioni a eliminazione diretta, dove può accadere di tutto. In Italia, l'obiettivo è vincere ancora e se arrivasse il quarto scudetto consecutivo, passeremmo dall'aver scritto la storia alla leggenda».
Sul tema sportivo è intervenuto anche Giuseppe Marotta: «Stiamo partecipando a due competizioni in attesa di entrare nella terza e disputare la Supercoppa a dicembre. In campionato siamo primi, abbiamo raccolto 19 punti in sette partite e credo sia un ruolino di marcia invidiabile. In Champions ci sono delle differenze sostanziali per quanto riguarda gli avversari: il campionato italiano è in assoluto il più stressante, perché anche andando a giocare in campi di provincia si deve lottare su ogni pallone e questo non accade in altri paesi. Così le altre squadre possono prepararsi alla Champions in modo totale. Contro l'Olympiacos abbiamo perso di misura, cercando più volte di segnare nella ripresa. Certo, dobbiamo essere realisti e renderci conto che possiamo fare molto meglio, viste le difficoltà nella prima parte di gara. La qualificazione comunque è ancora aperta e abbiamo due turni casalinghi da sfruttare al massimo per centrare l'obiettivo».
Venendo al mercato Marotta, che ha annunciato il rinnovo di Pogba durante l'Assemblea, specifica che «non è prevista alcuna clausola rescissoria. Intendiamo tenere il giocatore con noi il più a lungo possibile. Il contratto prevede una base fissa e bonus legati a obiettivi personali e di squadra. Quanto al mercato di gennaio, è per definizione, “di riparazione” e noi, avendo centrato gli obiettivi che ci eravamo prefissati durante l'estate, non dobbiamo riparare nulla. Abbiamo una rosa di ventisei elementi, con un'età media di 26 anni e composta anche da giocatori giovanissimi come Coman e Morata. Monitoreremo comunque la situazione per cogliere eventuali opportunità».
Quindi l'opinione sulla “moviola in campo”: «Siamo d'accordo con Platini, - sottolinea Marotta - Sarebbe la morte del calcio, perché i rallentamenti nel gioco genererebbero problemi. Siamo favorevoli all'utilizzo della tecnologia, ma non a quello della moviola».
Nel suo intervento Aldo Mazzia illustra invece gli ultimi sviluppi del contenzioso relativo ad Adrian Mutu: «A inizio ottobre si è tenuta una riunione del Collegio Arbitrale che ha esaminato il nostro ricorso, udito le parti e si è riservato di rispondere ma non ha comunicato scadenze», spiega l'amministratore delegato.
Infine, Francesco Calvo evidenzia quanto sia cruciale l'internazionalizzazione del marchio per lo sviluppo del club: «Sull'Italia la Juventus già lavora bene e la crescita non può che essere limitata. Noi dobbiamo puntare sul mercato internazionale, per quanto riguarda i diritti tv, la diffusione e il processo di vendita. E poi dobbiamo rendere costante la nostra presenza all'estero. Quest'estate siamo stati in Asia e Australia per una tournée di cui si è discusso ampiamente, ma questo è quanto si deve fare per crescere. E poi c'è lo sviluppo del digitale – conclude Calvo - cruciale per essere vicini ai tifosi in ogni parte del mondo» **Il video****La gallery**