La conferenza stampa di Mister Allegri prima della Finale conferma, se mai ce ne fosse bisogno, quanto visto e sentito nelle ultime settimane, in particolare durante il Media Day di qualche giorno fa a Torino.
Il tecnico della Juventus è sereno, fiducioso, calmo e determinato. Ed è tutto quello che serve.
«TOTALE SERENITA’»
Spiega Allegri: «Il Match di domani è qualcosa per cui abbiamo lavorato un anno intero, dobbiamo fare il possibile per portare la Coppa a casa. Il Real? Favorito in quanto campione uscente, ma noi siamo consapevoli di quello che abbiamo fatto e costruito finora. Metteremo in campo tutto quello che loro non hanno, e se ce l’hanno anche loro, ne metteremo in campo di più».
LE SCELTE TECNICHE
«Non ho ancora fatto la formazione, si tratta di un match che potrebbe durare anche 120 minuti, la panchina sarà determinante più che mai. A seconda delle scelte del Real abbiamo preparato le contromisure, per esempio nel dualismo Bale-Isco: il primo è più veloce, il secondo sta più in mezzo al campo, imprevedibile, ma con lui la difesa del Real è più scoperta»
DIABOLICI NEL COLPIRE
Dice proprio così, Allegri: «Dobbiamo essere diabolici nel colpire: è una finale, e le finali si vincono; quanto portato a casa in questa stagione è un allenamento per domani, perché domani si deve giocare in modo indipendente dall’avversario e anche dalle statistiche, leggendo i momenti della partita, mettendo in campo voglia, convinzione e sacrificio. Oltre, ovviamente, all’aspetto tecnico che sarà fondamentale. La Finale si vince nei dettagli, limitando l’avversario, aggredendo, sfruttando al meglio le proprie qualità e i difetti degli altri»
MARIO, GONZALO, PAULO, ALEX
A domande specifiche, risponde: «Mandzukic ha vinto tanto, e non si vince per caso. Gonzalo ha fatto un’annata straordinaria, grandissimo giocatore che non deve dimostrare nulla. Dybala è cresciuto molto caratterialmente, dallo scorso anno, ha giocato straordinarie partite. E Alex Sandro con Marcelo è al top nel mondo».
PRESSIONE? NO
«Non ci deve essere pressione domani, né pensare alla tripletta o alla storia degli ultimi anni. È la finale, non si pensa ad altro, ma solo a fare quel che c’è da fare per portare a casa la Coppa. Siamo cresciuti molto rispetto a due anni fa, quando venivamo da annate difficili. Ora siamo convinti, molto più convinti. Non capita spesso di giocare due finali in tre stagioni».