La foto vede vicini due eroi bianconeri della storia dell'Europeo, intenti ad assistere a una gara della Juventus all'Allianz Stadium. Entrambi centravanti, Anastasi e Trezeguet hanno in comune l'avere risolto risolto una finale a molti anni di distanza: nel 1968 Pietro, nel 2000 David. Non solo: per entrambi quella è un'estate particolare, perché approdano a Torino per iniziare una lunga e bellissima avventura con la Signora che li colloca nella top ten dei marcatori della Juve, grazie a 130 gol l'italiano e a 171 il francese.
IL VENTENNE DEL '68
Quando scende in campo in Italia-Jugoslavia, nella ripetizione della finale dell'Europeo dopo che la prima gara è terminata 1-1, Pietro ha solo 20 anni e un bellissimo campionato disputato a Varese, dove ha trascinato la squadra al suo miglior piazzamento in Serie A. Sa già di essere juventino, la società non ha badato a spese pur di prenderlo, convinta com'è delle sue potenzialità. Prima della gara, lo va a trovare Giampiero Boniperti, dirigente della Juventus destinato ad assumere la carica presidenziale. «I suoi auguri mi hanno portato fortuna», rivela Anastasi, che contribuisce al successo azzurro – a tutt'oggi l'unico all'Europeo – con una girata imparabile che porta l'Italia sul 2-0. La copertina di Hurrà Juventus del periodo non può che essere dedicata a lui, che accenna un sorriso guardando fuori campo.
DAVID COME MICHEL
Anche Trezeguet si guadagna la copertina del mensile bianconero. E si capisce quanto nel 2000 il calcio sia più mediatizzato dalla consapevolezza che David ha nei confronti dell'obiettivo. L'immagine esprime felicità e non potrebbe essere altrimenti. Trezeguet, a 22 anni, è appena passato dal Monaco alla Juventus e ha deciso la finale dell'Europeo proprio contro l'Italia segnando il golden goal, la rete che per il regolamento dell'epoca interrompeva i tempi supplementari decretando istantaneamente il vincitore. E non a caso Hurrà lo definisce le Roi, ricordando per assonanza l'altro juventino che regalò alla Francia il titolo europeo 16 anni prima: Michel Platini.
L'ENERGIA DI PIETRO
Su Hurrà Juventus sono moltissimi i pareri degli addetti ai lavori che presentano al pubblico bianconero Pietro Anastasi. Non ce ne sarebbe bisogno, visto che nell'ultimo Varese-Juventus ha siglato 3 reti, ma colpisce comunque leggere giudizi più che positivi di star mondiali come il brasiliano Pelé o l'inglese Bobby Charlton. Per rimanere all'Italia, vale molto la valutazione del suo ex compagno di club Armando Picchi, che poi lo allenerà nella Juventus poco tempo dopo: «É un fenomeno di vitalità tanto che a Varese, alla fine di ogni partita, mi veniva voglia di chieder gli dove trovasse tanta energia per correre novanta minuti di seguito senza mai fermarsi». Un atteggiamento che verrà trasferito alla Juventus e farà innamorare il pubblico del Comunale.
IL GOLEADOR E I CAMPIONI
Ai lettori di Hurrà Juventus, Trezeguet si racconta. Anche lui, come Anastasi, rappresenta un investimento importante per la società, che crede fortemente come possa trasferire le sue notevoli capacità realizzative dal campionato francese alla Serie A. Si definisce ancora emozionato dall'Europeo per «l'accoglienza ricevuta a Parigi, con un milione di persone accorse ad applaudirci». Ma è tempo di guardare al futuro: «Ora eccomi qui, con Zidane, Del Piero, Inzaghi e tutti gli altri grandi campioni. Il pensiero di giocare al loro fianco mi esalta». Non sarà felicissimo il primo anno di David a Torino, anche in questo simile a Pietro, entrambi non riusciranno a vincere subito. Si rifaranno abbondantemente dopo e per Trezegol già al secondo anno, quando conoscerà la gioia dello scudetto laureandosi anche capocannoniere.