Andrea Cambiaso su Twitch!

Un pomeriggio in compagnia di Andrea Cambiaso su Twitch.

Reduce da una serie di ottime prestazioni nei suoi primi mesi in bianconero, utile grazie alla sua duttilità in campo e sempre più spesso impiegato da Mister Allegri in vari ruoli, Cambiaso sta riuscendo a ritagliarsi il suo ruolo sia sulla fascia che all’occorrenza come mezzala. Un giovane talento che ci ha parlato della sua famiglia, dell’importanza del lavoro e di quanto il motto “Fino alla fine” in casa Juventus sia molto più che uno slogan.

I GOL (E LE ESULTANZE) ALL’ULTIMO MINUTO

«A Monza è stato pazzesco, vincere così è ancora più bello. Era successo già contro il Verona e me lo ricordo bene, viverla dalla panchina è stata incredibile: non sembrava una partita che potesse avere questo genere di finale. Invece poi ci ha pensato "Gattone". Contro l’Hellas invece mi è andata bene: quando è partito il cross volevo chiudere sul secondo palo, poi ho visto Milik saltare e stare in aria tantissimo: pensavo che il suo colpo di testa fosse finito dentro infatti nel replay si vede che esulto, poi nel dubbio quando me la sono ritrovata davanti l’ho calciata in porta e sono corso a esultare. Vincere così è incredibile, sono successi importanti: ci vuole un po’ di fortuna, ma te la devi andare a cercare - contro Verona e Monza sono sei punti che pesano e si vedrà ancora più avanti nel corso del campionato. Ce li siamo andati a cercare e non è banale».

I PRIMI MESI ALLA JUVENTUS

«L’obiettivo stagionale per gol e assist da segnare non lo fisso a inizio anno, devo dire però che non pensavo di giocare da subito con così tanta regolarità e spero di continuare ad aiutare il più possibile la squadra. Fin da piccolino ho sempre giocato in diversi ruoli e dove ti mettono ti devi adattare, non hai tante possibilità. Io nasco come mezzala e in quel ruolo ho giocato fino all’Under 17, poi ho preso più corsa e più gambe nel mio sviluppo e mi sono spostato sull’esterno. Non so dire quale sia il ruolo in cui preferisco giocare - non so se è un bene o un male (ride, ndr)».

PROFESSIONISTA GRAZIE AL LAVORO

«Per arrivare fino al professionismo e alla Juventus ci vuole tanto allenamento, è il primo consiglio che mi sento di dare: grazie a mio padre che mi ha inculcato nella testa questo concetto, mi sono sempre allenato più degli altri sin da ragazzino. È fondamentale avere una famiglia sana alle spalle, non è spiegabile a parole quanto conti. Mi ricordo bene il giorno in cui mi ha chiamato la Juventus: fortunatamente mi avevano contattato varie squadre in estate, ero con il mio procuratore che mi dice: “Guarda Andrea, c’è l’offerta della Juve”. E io ho risposto: “Va bene, basta, siamo a posto”. È il club più titolato d’Italia e in questi mesi ha confermato in pieno quello che immaginavo da fuori. La passione è sempre stata il mio motore, dovevo sfondare nel mondo del calcio anche perché non avevo un piano B: per fortuna, perché ci vuole anche quella, è andata bene».

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