La Juve, per la terza edizione consecutiva, inizia la Coppa Italia detentrice del trofeo, dopo che lo scorso anno è arrivato - appunto - il terzo successo consecutivo (anzi, la terza doppietta nazionale con il campionato, record in Italia).
Ecco, prendendo in prestito le parole "dell'epoca", come è andata lo scorso anno, partita per partita.
OTTAVI: JUVE-ATALANTA
La Juventus scende in campo l'11 gennaio contro l'Atalanta, per gli Ottavi di Finale della Coppa Italia. Come detto più volte da tutti, Mister Allegri in primis, la competizione è importante per la Juve, che la detiene e vuole essere la prima a vincerla per tre anni consecutivi.
Ecco perchè la Juventus non ha alcuna intenzione di prendere sottogamba la partita contro l'Atalanta, squadra peraltro molto in forma in questa stagione.
L'inizio della partita è uno spettacolo firmato da Mandzukic e Dybala: al 22', sul lungo traversone di Asamoah, Mandzukic appoggia al limite dell'area e la Joya, in piena corsa, lascia partire una sassata al volo che fulmina Berisha. Un'esecuzione tanto bella quanto difficile perché l'argentino, pur arrivando con il peso del corpo leggermente arretrato, riesce a tenere il pallone a mezz'altezza, rendendo il tiro imparabile.Che l'intesa tra i due sia solida non è una novità e non stupisce quindi che Dybala ricambi la cortesia una decina di minuti dopo, liberando in area il compagno di reparto che controlla, alza la testa e piazza il pallone sul secondo palo firmando il raddoppio.
La partita sembra saldamente in mano ai bianconeri che però, con il passare dei minuti sembrano avere fin troppa consapevolezza. Accade così che per due volte l'Atalanta riesca a riaprire i giochi prima quando Konko, al 27' calcia dal limite di prima intenzione e riesce a infilare il pallone sotto l'incrocio. Quindi, dopo il rigore trasformato da Pjanic, tre minuti più tardi, e concesso per fallo di Toloi su Lichtsteiner è Latte a infilare in porta il cross basso di Conti.
Ma la partita non vivrà altri sussulti: la Juve passa il turno e accede ai Quarti.
QUARTI DI FINALE: JUVE-MILAN
La Juve "d'attacco" sperimentata contro la Lazio comincia davvero a dare spettacolo, e contro il Milan allo Stadium approda ancora alla Semifinale di Coppa Italia, il 25 gennaio, tramortendo i rossoneri in particolare nel primo tempo.
La manovra è veloce, il gioco avvolgente, e arrivano come conseguenza anche i gol.
Decimo minuto: Asamoah crossa dalla sinistra e Cuadrado, con un assist di tacco da cineteca, libera Dybala davanti a Donnarumma. Sventola della Joya, questa volta di destro, palla nell'angolino e vantaggio bianconero.Ventunesimo minuto: ancora Asamoah protagonista, con una discesa perentoria, interrotta a venti metri dalla porta dall'intervento irregolare di Kucka, che rimedia anche il giallo. Da quella posizione Pjanic è una sentenza, e puntualmente spedisce il pallone sopra la barriera e a fil di palo, per il raddoppio.
In una serata del genere, il Milan può solo accorciare le distanze, con Bacca all'ottavo minuto della ripresa, in quella che è anche la prima sortita vera offensiva dei rossoneri. Ma è ancora la Juve a riprendere in mano le redini del gioco, a sfiorare il gol, per esempio con Pjanic, e a meritare fortemente l'accesso alla Semifinale, che la vedrà opposta al Napoli.
SEMIFINALE DI ANDATA: JUVE-NAPOLI
Ultimo match del mese di febbraio: il 28 allo Stadium va in scena l'andata delle Semifinali di Tim Cup, fra Juventus e Napoli.
45 minuti sono sufficienti alla Juve per fare sua la gara e per ribaltare risultato e copione di una partita che, nel primo tempo non offre una delle migliori prestazioni della stagione. I bianconeri partono su ritmi bassi e concedono troppo campo agli avversari, finendo per subire il gol di Callejon. Nella ripresa però l'approccio è feroce e la doppietta di Dybala dal dischetto e il gol di Higuain rimettono le cose a posto.
E' nella ripresa che la Juve fa suo il match: Allegri opera il cambio Lichtsteiner-Cuadrado rimane negli spogliatoi a inizio ripresa, sostituito da Cuadrado e si torna alla difesa a quattro, con Barzagli largo a destra. Un minuto di gioco e il cambio di modulo dà i suoi frutti: Dybala entra in area dalla sinistra e salta Koulibaly che lo stende senza troppi complimenti. Valeri indica il dischetto e la Joya firma il pareggio.Con tutte le cinque stelle in campo la Juve ha un altro ritmo e ben più soluzioni. L'azione si sviluppa con maggiore rapidità e per quanto il Napoli non rinunci ad attaccare, i bianconeri sono sempre più spesso nella metà campo avversaria, soprattutto grazie al lavoro di Mandzukic sulla sinistra, che oltre a spingere, rientra e suggerisce per i compagni. È grazie ad un suo lancio che Dybala può guadagnare l'angolo da cui nasce il raddoppio: dalla bandierina Pjanic tocca al limite per Cuadrado, il cui cross viene prolungato da Chiellini che manda a vuoto l'uscita di Reina. Sulla traiettoria del pallone c'è Higuain che anche se in posizione defilata riesce a centrare la porta e a firmare il sorpasso.Il Napoli reagisce con rabbia e finisce per sbilanciarsi troppo. Un delitto se si gioca contro gente come Higuain, Dybala e Cuadrado. Sono loro tre a organizzare il contropiede che termina con l'uscita a valanga di Reina sul colombiano e l'inevitabile rigore che Dybala trasforma ancora.
SEMIFINALE DI RITORNO: NAPOLI-JUVE
Ritmo alto, ricerca immediata delle fasce e della profondità, tocchi di prima... La Juve parte con un obiettivo preciso: segnare il gol che potrebbe chiudere il discorso qualificazione. Nei primi minuti i bianconeri comandano il gioco, ma il Napoli si conferma avversario tosto e in effetti il primo vero intervento deve compierlo Neto, che respinge il destro a botta sicura di Callejon, servito ottimamente da Insigne. L'altra vera, grossa opportunità di segnare capita a Rincon che approfitta di un disimpegno errato della difesa, ma ha troppa fretta di concludere e sbaglia la mira. A cancellare immediatamente il rammarico per l'occasione sfumata ci pensa Higuain: pallone servito da Sturaro, un tocco per controllarlo dieci metri fuori dall'area, un altro per spedirlo nell'angolino basso alla destra di Reina.
Nel finale del primo tempo arriva solo il colpo di testa di Koulibaly, ma in avvio di ripresa il Napoli sembra rivitalizzato e Milik e Chiriches provano ad alimentare le speranze dei tifosi partenopei con due sventole dalla distanza senza centrare la porta. Poi è ancora il centravanti polacco a farsi vedere con uno stacco di testa che costringe Neto al tuffo, quindi arriva il destro di Hamsik dal limite a riportare il punteggio in parità.
Se sull'1-1 la rimonta poteva sembrare improbabile, ma quantomeno possibile, con il secondo timbro di Higuain il discorso sembra chiudersi definitivamente: una manciata di minuti dopo il pareggio, Cuadrado se ne va sulla destra e mette a entro area un pallone delizioso, sul quale si stampa il destro del Pipita, che termina la sua corsa gonfiando la rete.
Finita? Assolutamente no: il raddoppio premia l'atteggiamento e il gioco dei bianconeri, ma il nuovo pareggio gratifica la caparbietà del Napoli che con il nuovo entrato Mertensapprofitta di un'incertezza di Neto e timbra immediatamente il 2-2. Proprio l'ingresso del belga al posto di Milik regala nuove geometrie alla squadra di Sarri, tutt'altro che rassegnata e ora anche più rapida nella manovra. Appena sei minuti dopo la rete di Mertens, il Napoli passa ancora: dalla destra Callejon trova a centro area Insigne, che calcia di prima intenzione e infila Neto sulla sinistra. Ora alla squadra di Sarri servono “solo” due gol per passare il turno e quella che poteva diventare una passeggiata si trasforma in una battaglia.
Il Napoli si butta in avanti, ma al di là della foga, con il passare dei minuti, visto anche quanto speso durante la gara di campionato, comincia a mancare la lucidità. Allegri cambia, inserendo Pjanic, Barzagli e Lemina al posto di Rincon, Dybala e Sturaro e la Juve controlla il punteggio senza più rischiare nulla. Finisce 3-2 per il Napoli, ma quello che più conta è che finisce con i bianconeri in finale di Coppa Italia.
FINALE: JUVENTUS-LAZIO
La Juve riscrive la storia, ancora una volta. Nessuna squadra aveva mai vinto la Coppa Italia per tre anni di seguito. Fino a questa sera. I bianconeri si prendono il primo trofeo della stagione in 25 minuti, annichilendo la squadra che nell'ultimo mese era apparsa decisamente la più in forma. Questa volta non servono i supplementari come nelle ultime due occasioni, Dani Alves e Bonucci chiudono ben presto i conti e certificano una superiorità netta e mai in discussione. Chi vedendo la gara di domenica contro la Roma aveva pensato ad una Juve in calo, si sarà reso conto di aver preso un gigantesco abbaglio, perché i bianconeri si prendono la Coppa con l'ennesima prestazione capolavoro della stagione. L'Olimpico completamente esaurito è uno spettacolo e l'avvio di gara è degno di un simile palcoscenico: si comincia con Chiellini che scalda i guantoni di Strakosha con un rasoterra dai venti metri, poi Keita mette i brividi a Neto con una fuga sulla sinistra e una conclusione ravvicinata che si stampa sul palo dopo una leggera deviazione di Barzagli, quindi ci prova Higuain con sventola dal limite che il portiere biancoceleste riesce a respingere.
La Juve punta sulla manovra, la Lazio sul contropiede e il diverso approccio regala una gara vivacissima, che si mette subito bene per i bianconeri: è il 12' quando Alex Sandro brucia la fascia sinistra e dalla tre quarti lascia partire un traversone perfetto per Dani Alves, che arriva come un treno dalla parte opposta e al volo piazza il diagonale vincente.
Il vantaggio toglie sicurezza alla Lazio e dà alla Juve una spinta ulteriore, che potrebbe portare subito al raddoppio se Strakosha non riuscisse prima a respingere la fiondata di Dybala, poi il tocco sotto porta di Higuain, servito ancora da Dani Alves. Ora i bianconcelesti sono costretti a uscire dal guscio e si espongono alle micidiali ripartenze della squadra di Allegri. Da una di queste nasce l'angolo che porta al raddoppio: corner di Dybala, deviazione di testa di Alex Sandro e inserimento perfetto di Bonucci che tocca nell'area piccola infilando il pallone nell'angolino. È il 25' e la Juve ha già le mani sulla Coppa.
La ripresa propone un copione differente, perché ora la Juve può aspettare gli avversari: tocca a loro provare a cambiare gli equilibri. Inzaghi tenta di farlo mandando in campo Felipe Anderson. Il brasiliano si fa subito vedere con un diagonale dal vertice destro dell'area di rigore, messo in angolo da Neto, poi servendo in area Immobile, che prende il tempo a Barzagli e schiaccia di testa, trovando ancora il riflesso del portiere bianconero. La Lazio ora produce il massimo sforzo ed è anche attenta a non scoprirsi quando perde palla, ma quando i bianconeri attaccano c'è da spellarsi le mani per le combinazioni tra Dybala, Mandzukic e Higuain e per Dani Alves, semplicemente devastante quando se ne va con un tunnel ai danni di Lulic e trova il Pipita che all'altezza del dischetto calcia a botta sicura trovano il muro della difesa laziale.
Intanto i minuti passano e il cronometro non gioca certo a favore dei capitolini che ci provano ancora senza successo con Luis Alberto, Keita e Immobile. Per l'ultimo quarto d'ora Allegri richiama Dybala, sostituendolo con Lemina e ora non resta che iniziare il countdown, per quanto ci potrebbe ancora essere gloria per Higuain che viene ancora liberato da Dani Alves e si vede ribattere la conclusione dall'ottimo Strakosha. E quando il conto alla rovescia finisce con il triplice fischio di Tagliavento esplode la festa. La storia è riscritta.
LE FOTO DELLA FINALE