La Coppa Italia è bianconera, al termine di una partita bella, combattuta, intensa. Infinita.
La Juve che, pochi giorni fa, usciva con pochi sorrisi dall’Allianz Stadium, oggi esce in lacrime, ma di gioia, all’Olimpico.
INIZIO FORTISSIMO
Inizio di partita roboante per la Juve. Non sono passati 5 minuti e i bianconeri sono avanti: Cambiaso inventa un filtrante per Vlahovic che scatta sul filo del fuorigioco, resiste al marcatore e scarica il destro in porta, facendo esplodere la parte di Olimpico bianconera.
Tutto quello che serviva: la Juve corre, a tratti vola, Iling in fascia apre il turbo appena ne ha l’occasione e proprio da un’azione per vie laterali, in questo caso un corner, Gatti va vicinissimo al 2-0 al minuto 8. La palla che arriva nella sua direzione è però troppo potente e Fede non ha il tempo fisico di indirizzarla.
L’ATALANTA C’E’
Atalanta domata? Nemmeno per idea: al 10’ Lookman ricorda la sua pericolosità e ci vuole un grande Danilo per murare una conclusione altrimenti pericolosissima: talmente pericolosa che Danilo esulta come se avesse segnato.
Se si cercava una finale divertente, non si può dire che non sia così: l’Atalanta fa del possesso palla la sua arma preferita ma la Juve è tonica, lotta su ogni palla e soprattutto non rende “semplice” nessun’azione atalantina. La seconda fase del primo tempo continua così, con i bergamaschi a cercare lo spazio per colpire e la Juve a rispondere colpo su colpo, ispirati là dietro da un Bremer e un Danilo in serata di grazia.
RIPRESA E SOSPIRI
Nel secondo tempo il leit motiv della partita non cambia: Atalanta a fare la partita, come è logico che sia dato il punteggio, Juve organizzata dietro. Pericoloso, dopo 5 minuti, è Lookman con una conclusione da fuori che, sporcata da un difensore, diventa insidiosissima e passa molto vicina al palo. Ma al netto del singolo episodio, la Juve dà l’impressione di organizzazione, ritmo e soprattutto una gran voglia di lottare su ogni singola palla. Al 57’ bergamaschi insidiosi con una colpo di testa di Koopmeiners, su cross di Djimsiti, che provoca le proteste bianconere perché c’era Iling dolorante a terra.
LA JUVE NON MOLLA UN CENTIMETRO
Passano i minuti e il piano di gioco bianconero si dimostra sempre più convincente: l’Atalanta comincia a calare dal punto di vista atletico, la Juve esce, e si fa pericolosa in un paio di ripartenze, soprattutto con Vlahovic che, sulla velocità, è una spina nel fianco per la difesa nerazzurra. Proprio Dusan al 73’ fa impazzire l’Olimpico segnando un gran ogol di testa su cross perfetto di Cambiaso, ma il VAR annulla. Adesso la partita di infiamma: scampato il pericolo l’Atalanta cerca il forcing finale, la Juve ribatte colpo su colpo cercando di sfruttare gli spazi che inevitabilmente si aprono.
E allora, se al 79’ l’Atalanta centra il palo con una bella girata di Lookman, cinque minuti dopo Miretti stampa una sassata sulla traversa da posizione defilata a destra in area atalantina.
La partita, per chi non sta soffrendo come noi, è decisamente divertente, con la sensazione costante che la giocata decisiva possa arrivare.
Ma la cosa più bella è quel sospiratissimo triplice fischio, che alla fine arriva.
E dopo tre anni, alziamo di nuovo una Coppa: è bello come ce lo ricordavamo.