Analizzare con le statistiche una partita come quella tra Galatasaray e Juventus è un esercizio ai limiti dell'inutilità, perché per quanto possano essere precisi, i dati non riescono a fotografare l'unica realtà oggettiva: non si sarebbe dovuto giocare su un campo simile.
Anche dalle statistiche però, si capisce come la partita sia stata a dir poco anomala. Non tanto per il confronto tra le due squadre, quasi di assoluta parità nel possesso palla, 50,6% a 49,4% per i turchi, nei tiri in porta, 13 a 11, e in quelli indirizzati dello specchio, 3 a 2 per i bianconeri. E' guardando ad esempio all'atteggiamento della Juventus, che ha coperto il campo per poco meno di 50 metri, rimanendo lunghissima, che si comprende quanto sia stata una gara strana. La squadra di Conte solitamente è corta, compatta e tiene il baricentro molto alto. Tutto il contrario di quanto ha fatto vedere a Istanbul. Ed è inevitabile che il fattore determinante di un simile mutamento sia stato il campo, che ha anche tenuto i bianconeri insolitamente sotto il 70% per quanto riguarda la precisione dei passaggi.
Tra i singoli, nonostante il terreno infame, spicca la prestazione di Carlos Tevez, generoso come al solito e capace di recuperare otto palloni, secondo solo ai 12 di Pogba, ma anche pericoloso in avanti, con cinque cross effettuati, cinque occasioni create e duce conclusioni, entrambe respinte. L'Apache è stato anche il più puntuale nel servire i compagni, con 37 passaggi riusciti. Sul quel campo, una vera impresa. Che però non è bastata.