Quando Ciro Ferrara ha estratto dall'urna di Nyon i nomi di Olympique Lyonnais e Juventus, Fabio Grosso non nasconde di aver provato un brivido. La sequenza del sorteggio in fondo è stata anche quella dell'ultima parte della sua carriera da calciatore, perché l'eroe di Berlino, prima di approdare a Torino proprio a Lione ha vissuto due stagioni intense, «dueanni fantastici sia a livello umano che professionale – ricorda il tecnico della Primavera – Sono stato benissimo in quella società, ne conservo un ottimo ricordo e devo ammettere di essermi emozionato quando ho visto il sorteggio. Si affronteranno due club molto importanti per me. Faccio parte della Juventus e porto il Lione nel cuore. Lì ho lasciato tanti amici e ho vissuto una splendida esperienza».
La squadra di Conte è approdata ai quarti con la punizione di Pirlo che ha ammutolito il Franchi ed è curioso ricordare come Grosso a Lione divise campo e spogliatoio con Juninho Pernambucano, che per il regista bianconero è sempre stato un punto di riferimento per la sua straordinaria abilità sui calci piazzati: «Certo, c'era Juninho, ma non solo – ricorda Grosso – ho avuto la fortuna di giocare con campioni come Benzema, Keita, Toulalan... Ora è rimasto qualche ragazzo che ai miei tempi era giovanissimo ed è riuscito ad affermarsi. La società lavora molto bene, è seria e mossa da grande passione. Saranno due gare difficili, ma la Juve è consapevole della propria forza e ha la qualità per mettere in difficoltà chiunque. Sono convinto che vedremo delle grandi partite».
Quanto all'ambiente che attende i bianconeri a Lione, Grosso non ha dubbi: «Lo Stade de Gerland è bello ed è un piacere giocarci, anche perché il pubblico è caldo, ma sportivo. C'è sempre un clima corretto e sarà una bella festa di sport»