Iconic Goals | Lo Scudetto dell'86 al fotofinish

Siamo giunti all’atto conclusivo di questa stagione 2023/24. La Juventus è pronta ad affrontare il Monza all’Allianz Stadium, sabato alle ore 18:00, prima di far calare il sipario anche sul campionato. L’annata, ormai agli sgoccioli, ci regala il ritorno in Champions League, con la speranza di poter ben figurare nella prossima edizione, dando seguito al trionfo in Coppa Italia della settimana scorsa (15 maggio 2024, ndr).

Per onorare l’ultima giornata, "Iconic Goals" strizza l’occhio a giorni speciali. Storie di corse spalla a spalla con l’avversario, chiuse all’ultima curva, e di vittorie al fotofinish che lasciano il segno. C’è una traccia indelebile negli Scudetti conquistati allo strappo finale: il canto del cigno di una squadra che scrisse memorie storiche, nelle quali si specchiano tifosi bianconeri di diverse generazioni.

L'ULTIMO ACUTO (DELLA JUVENTUS) DEL TRAP: LO SCUDETTO DEL 1986 SI DECIDE IN FONDO

Stagione 1985-86. È l’ultima avventura di Giovanni Trapattoni, già certo dell’addio a giugno. Tanti senatori di quella Juve, capaci di fare incetta di trofei nel ciclo di quel tempo, si giocano la possibilità di cucirsi per l’ultima volta lo Scudetto sulla casacca bianconera. Il campionato parte nel verso giusto: la Juve strappa 8 vittorie in altrettante partite e prende subito il largo; al giro di boa solo la Roma – distanziata di 6 punti – sembra poter impensierire i nostri. Nel girone di ritorno qualcosa si incrina, i giallorossi di Sven Goran Eriksson accorciano e, vincendo lo scontro diretto, mettono grande fiato sul collo al Trap. Ad aprile la faccenda si complica ancora di più: i bianconeri vengono sconfitti dalla Fiorentina e, con sole due giornate da giocare, i capitolini completano l’aggancio in vetta. Il calendario sorride agli avversari che, però, vengono battuti in casa a sorpresa dal Lecce, mentre la Juventus – strappando l’1-0 ai danni del Milan – si riporta in solitaria davanti a tutti. Si decide tutto negli ultimi 90 minuti.

A LECCE LO STADIO È TUTTO PER I BIANCONERI

27 aprile 1986, il "Via del Mare" di Lecce è preso d’assalto dai colori bianconeri. I tifosi ci credono: la festa, che solo una settimana prima sembrava un miraggio, ha ripreso prepotentemente il sopravvento. I salentini, già retrocessi, hanno giocato un brutto scherzetto alla Roma in un Olimpico pronto a esplodere. Non bisogna distrarsi. Il primo tempo è combattuto e i padroni di casa non hanno nessuna intenzione di recitare la parte della vittima sacrificale. Si va al riposo sullo 0-0.

SUCCEDE TUTTO NELLA RIPRESA

La spinta della Juve si fa sentire di più nel secondo tempo. Bisogna attendere il 69’ per vedere il primo gol: Platini scodella al limite con il solito tocco fatato su punizione, Mauro sbuca e insacca al volo per lo 0-1 che può valere lo Scudetto. Lo stadio esulta fragorosamente, ma la gioia dura poco. Angolo Lecce, Miceli anticipa tutti di testa e spiazza Tacconi. Il pari consentirebbe, comunque, ai bianconeri di finire davanti in classifica, ma il rischio di trascinare un parziale traballante fino ai titoli di coda è troppo alto. A dieci minuti dalla fine Mauro – grande protagonista di giornata – pennella per Cabrini che in acrobazia spinge dentro il pallone del nuovo vantaggio.

Con il 2-1 in tasca il Trap registra la difesa: il Lecce fa fatica a passare, si sbilancia e subisce in contropiede. Minuto 85, Platini premia la corsa di Laudrup, difesa salentina molto alta, palla al centro per l’accorrente Serena che firma la rete della tranquillità. C'è spazio per un altro gol del Lecce prima del termine, ma la gara finisce 3-2 con il 22° Scudetto messo in bacheca, simbolo finale di una squadra indimenticabile, capace di soffrire e reagire d’esperienza come solo le grandi squadre.