E’ decisamente un paradosso. Rispetto ad altre squadre impegnate nella lotta salvezza, il fatto che il Chievo abbia fatto più punti in trasferta, 10 contro gli 8 ottenuti in casa. E lo è ancor di più se si tiene conto che ha realizzato un numero minore di gol (6 su 16 totali) e ne ha incassati due di più (17 contro 15).
Due le vittorie, 4 i pareggi e 6 le sconfitte: questo è lo score del Chievo fuori casa. A renderlo ancora più interessante è il percorso cronologico: dopo lo 0-0 al Tardini nella gara inaugurale del torneo, i gialloblu vanno incontro a ben 4 gare senza raccogliere punti: 3-0 con la Lazio (gara interamente decisa già nel primo tempo); 2-0 a Catania; 2-1 a Marassi con il Genoa (dove paga la “tassa” Gilardino, autore di una doppietta); 1-0 a Roma con la squadra di Garcia, ben imbrigliata fino al gol di Borriello a metà ripresa.
Dopo un altro 0-0 a Bologna, termina la gestione di Giuseppe Sannino e quella di Eugenio Corini inizia proprio con una vittoria in trasferta, sebbene solo per ragioni nominalistiche perché si gioca in casa del Verona il derby della città: il successo viene garantito nei minuti di recupero da Lazarevic, mandato in campo dal nuovo allenatore proprio nelle battute conclusive dell’incontro. Sulla spinta del successo della stracittadina (e di un convincente 3-0 in casa con il Livorno), il Chievo conquista la terza affermazione consecutiva a Sassuolo grazie a un tiro di Thereau a inizio ripresa. E’ l’8 dicembre e da allora non ci saranno più vittorie, ma un cammino fatto di tre pareggi e cinque sconfitte. In trasferta, però, i gialloblu si mostrano particolarmente combattivi: dopo il secco 4-1 ricevuto all’Olimpico con il Torino, arrivano due buonissimi punti ottenuti con Inter e Napoli con lo stesso punteggio di 1-1 ed in entrambi i casi non mancano i rimpianti per una situazione di vantaggio che si è creata. Infine, sabato scorso, il 3-0 subito a Udine, in una partita che ha visto il Chievo costruire troppo poco in zona offensiva per poter sperare anche solo di riaprire la gara.