Fra Bergamo e Monaco, Juan Cuadrado ha raccontato la sua carriera, i suoi inizi e i suoi sogni in bianconero: lo ha fatto ai microfoni di Antonio Romano, su J|Tv.
GLI ESORDI
«All’inizio della mia carriera, in Colombia, ho giocato anche da terzino: lo ho fatto per emergenza, perché mancavano i titolari, ma devo dire che giocai bene». E poi l’Italia: Udine, Lecce, Firenze, per approdare alla Juve: «Un cammino lungo e impegnativo per me: all’inizio in Italia giocavo poco, ma ho sempre trovato la determinazione necessaria, mi sono sempre ripetuto che non mi sarei mai voltato indietro e così è stato».
L’ARRIVO IN BIANCONERO
«Qui ho trovato una società speciale: ti viene spiegato che devi lavorare sempre, per l’obiettivo della vittoria, e anche per i tuoi compagni. Questa mentalità vincente, e il sacrificio per la squadra sono cose molto belle, perché vedo che tutti noi siamo pronti a dare una mano, a lavorare per il gruppo e il collettivo».
Juan segnò la sua prima rete juventina in un match speciale, il Derby Della Mole: «Fu un gol importantissimo, arrivavamo da un periodo difficile e se avessimo perso quella partita sarebbe stato un problema». E invece fu una stagione straordinaria in Italia e importante in Europa: «Anche la sconfitta contro il Bayern ci insegnò moltissimo».
IL RUSH FINALE
Così Juan commenta una Juve in corsa per tutti e tre gli obiettivi stagionali: «A Bergamo forse non abbiamo giocato da Juve, ma anche questo piccolo stop ci è utile, non dobbiamo essere negativi. Tutto serve per crescere: stiamo disputando una grande stagione, da quando il Mister ha cambiato il modulo di gioco tutto è cambiato: noi abbiamo lavorato come un grande gruppo, mettendoci tutti a disposizione».
E ora il Monaco: «La partita contro l’Atalanta ci sarà utile per quella di mercoledì: anche il Monaco è una squadra che corre molto, è giovane. Noi dobbiamo giocare con la nostra solita compattezza, sarà una partita difficilissima e dovremo essere molto attenti, mettendo in campo la nostra solita voglia e la nostra fame».