Dani Alves: «Ora scriviamo la storia!»

Un gol, quello di Bergamo contro l'Atalanta, che poteva valere tre punti e un'ipoteca sul sesto Scudetto consecutivo. Alla fine, di punto ne è arrivato uno, ma, dopo la sconfitto della Roma nel Derby, è un punto d'oro, che avvicina la Juventus ancora di più all'obiettivo. Dani Alves, oggi ai microfoni di Sky Sport e Mediaset, ha fatto il punto sugli obiettivi bianconeri e sul momento della squadra, raccontando anche di sé, della propria positività e della propria esperienza, messa a disposizione della squadra.

«A Bergamo è stata una gara difficile, contro un avversario di qualità» - ha spiegato Dani -«Penso che alla fine l'obiettivo sia più vicino. La Roma ha pareggiato ma noi non dobbiamo pensare agli altri: siamo in testa alla classifica e dipende tutto soltanto da noi».

SCRIVERE LA STORIA

«Giornata dopo giornata, dobbiamo continuare a migliorarci, ma penso che all'inizio della stagione volessimo proprio questo: arrivare in questo momento puntando a vincere tutte le competizioni, e siamo molto felici ora di avere la possibilità di scrivere la storia vincendo il sesto Scudetto consecutivo».

NEL 2009, TRA BARCELLONA E BRASILE, ADDIRITTURA SETTE TITOLI IN UNA STAGIONE PER DANI

«Sembra facile, però non lo è. Bisogna lavorare non tanto, tantissimo, per l'obiettivo. Dobbiamo fare il nostro lavoro, giorno dopo giorno, sapendo di avere la possibilità di vincere tutto. Sognare è possibile, e noi vogliamo continuare a farlo. Siamo consapevoli di non avere ancora vinto nulla, però siamo vicini a tutti gli obiettivi e abbiamo la possibilità di scrivere una storia bellissima. Questo è il motivo per cui sono venuto qui!»

AD INIZIO STAGIONE, BUFFON HA DETTO: «SPERO CHE DANI CI INSEGNI A VINCERE LA CHAMPIONS»

«Non sono nessuno per insegnare qualcosa a un grande campione come Gigi, però insieme possiamo sognare, lavorare e volere. Per raggiungere un obiettivo, la volontà è fondamentale. Io ho portato qua la mia volontà di tutti i giorni, la stessa volontà che avevo quando sono andato via la prima volta di casa, quando volevo rendere mio padre orgoglioso di me. Questo lo applico tutti i giorni, con grande rispetto nei confronti della mia professione».

CHE COSA HA IN COMUNE QUESTA JUVE COL BARÇA VINCENTE DI DANI?

«Juventus e Barcellona condividono la stessa voglia, la stessa cultura del lavoro. Qui si lavora tantissimo, io ho sempre fatto così, per me non è cambiato nulla. Il segreto è il lavoro duro e ben fatto, ogni giorno, perché il livello è uguale, la squadra è forte e soprattutto ha una voglia e una preparazione che fanno la differenza».

E DOPO LA QUALIFICAZIONE, COSA HA DETTO DANI AI SUOI EX COMPAGNI?

«Ho parlato con rispetto ai miei ex compagni del Barcellona. Erano molto tristi, perché questa competizione lì è davvero importante, e quando sfuma la possibilità di vincere pesa tantissimo. Però queste sono cose che succedono, immagino anche anche quando il Barcellona ha vinto la finale di Champions contro la Juve, la gente qui non fosse felice. La vita, però, di da sempre nuove opportunità e noi abbiamo sfruttato l'occasione per ribaltare quel risultato. Sono molto felice per i miei compagni, che lavorano tantissimo: quando lavori così tanto, puoi davvero arrivare fino in fondo».

ED ORA, NON SI PUÓ SOTTOVALUTARE IL MONACO...

«Il pericolo più grande di questa semifinale è pensare di avere già vinto la Champions perché abbiamo eliminato il Barcellona. Non abbiamo ancora portato a casa il titolo e non possiamo pensare di andare a Monaco a giocare una partita facile, sarebbe un grande sbaglio. Il Monaco è più di uno o due giocatori: è una squadra che gioca a calcio senza pressioni, con spensieratezza, libero di creare, e questo la rende una formazione molto pericolosa. Noi, però, dobbiamo stare tranquilli: la motivazione c'è, e dobbiamo goderci questo momento bellissimo».

BUONUMORE E VIDEO SUI SOCIAL, MA DANI È INNANZITUTTO UN GRANDE PROFESSIONISTA

«La cosa che conta di più nella mia vita è il lavoro che faccio ogni giorno, l'importanza che do alla mia professione. Tutti quelli che hanno lavorato con me, conoscono la mia professionalità. Poi, mi piace vivere la mia vita privata come voglio, non come altri si immaginano che io debba viverla. Credo di dover essere giudicato dalla gente per la carriera che ho fatto: una carriera molto stabile, nella quale ho lavorato tantissimo».

UNO SPIRITO POSITIVO, CHE FA BENE ANCHE AL GRUPPO

«Penso che la felicità generi felicità, e la negatività generi negatività. Questa è la mia vita: quando devo lavorare, sono il massimo della serietà. So di essere un privilegiato, a poter fare quello che amo e dare un'ottima qualità di vita alla mia famiglia, ma quando non lavoro voglio divertirmi e stare bene. Un pizzico di “locura” serve a portare energia positiva alla gente, mi dispiace per chi non lo capisce. Se io porto cose buone alla vita, la vita mi restituisce cose buone».

ED ORA, UN SOGNO DA TRASFORMARE IN REALTÀ

«Sono molto concentrato su questa semifinale: sono rimaste le quattro migliori squadre d'Europa; siamo molto vicini al grande obiettivo e dobbiamo continuare a sognare. Quando sono arrivato alla Juve, ho detto che volevo fare la storia con questa maglia: non soltanto vincere il campionato, ma anche qualcosa di più. Stiamo lavorando per trasformare questo sogno in realtà».