Racchiudere quasi sette anni in pochi pensieri e parole non è facile.
Noi, però, abbiamo chiesto a Sara Gama, alla nostra capitana, di sedersi con noi per provare a raccontarceli dal suo punto di vista nel giorno in cui il suo sguardo si è rivolto ancora una volta al futuro, con il rinnovo fino al 2025.
Buona lettura!
«Se chiudo gli occhi e ripercorro questi ormai quasi sette anni in bianconero penso che siamo state fortunate a esserci tolte così tante soddisfazioni, ma ce lo siamo meritate, siamo state brave. Come si dice in questi casi, la fortuna aiuta gli audaci. Sono tantissimi i ricordi che affiorano alla mente. Penso al primo giorno, l’ingresso al J|Medical, quando ci siamo ritrovate con tante compagne con le quali magari giocavamo assieme già prima. Qui dentro, però, eravamo tutte impaurite, ma in senso buono: quelle situazioni in cui si ha grande rispetto ed è giusto avere anche un po’ di timore. La stessa paura di quando giochi una partita che ti aiuta a essere concentrata. Inevitabilmente, poi, la mia mente va al primo ritiro, quando abbiamo vinto il primo Scudetto superando il Brescia nello spareggio di Novara. Penso, poi, al 2019 quando abbiamo giocato all’Allianz Stadium che resterà nella storia del calcio femminile e noi ne abbiamo fatto parte. Ricordo tutto, dai giorni precedenti con il rientro dalla Nazionale: è stato un crescendo di attesa pazzesco che è culminato in una giornata al livello di quella attesa. Il tutto in una sfida in cui ci giocavamo anche lo Scudetto, quindi già di base ad alta tensione. È stato bello anche condividere quella tensione con le avversarie: giocarsi un campionato, ma essere tutte unite in quel momento che andava oltre ciò che ci stavamo giocando. Poi penso al quarto anno e al campionato in cui abbiamo vinto tutte le partite e abbiamo stabilito un record anche da quel punto di vista. L’anno dopo, poi, abbiamo vinto tre trofei su tre che era qualcosa che ci mancava, più la cavalcata in Women’s Champions League arrivando ai quarti di finale. Anche lì abbiamo alzato l’asticella. Poi, in realtà, le fotografie più belle sono i momenti di divertimento e di condivisione di gioie e sofferenze con le mie compagne.
In questo rinnovo c'è tutto questo. Per me ha un significato importante: significa continuità nel difendere questi colori e fare parte di questa famiglia. Dopo tanti anni, dal 2017 quando siamo nate a oggi, ho visto crescere tante cose, ho costruito assieme alle mie compagne qualcosa di bello. È un privilegio dare ancora un contributo a quello che è il nostro percorso. Vogliamo fare bene, forse sono stati un paio di anni in cui abbiamo fatto meno bene rispetto a quello a cui avevamo abituato tutti, ma siamo qua ancora una volta per provare a stupire prima di tutto ancora noi stesse, il nostro Club. Ci poniamo in una sfida innanzitutto con noi stesse, questo è quello che si fa alla Juventus.
«La Juventus è continuità nel tempo. Mantenere questa continuità è il segreto più semplice, ma anche il più difficile, per ambire a realizzare grandi progetti. Sono felice e orgogliosa di fare parte di tutto questo». Sara Gama (agosto 2019)
Nel 2019 parlavo di continuità nel tempo, ora siamo ancora qui in un anno in cui abbiamo nuovamente già conquistato un trofeo. Da quando siamo nate abbiamo sempre portato in alto al massimo livello i colori di questo Club. Continuità nel tempo, essere considerate una squadra di livello significa restare a questi livelli per diversi anni. Quella è una cosa fondamentale: ripetersi, ripetersi e ripetersi ancora. È difficile stare sempre a quei livelli e bisogna essere in grado di rinnovarsi, sarò qui ancora un anno per cercare con questo Club di rinnovarci assieme pur rimanendo sempre noi stesse.
Ci sono caratteristiche che ti fanno essere una giocatrice o un giocatore da Juventus, ogni club ha la sua filosofia e qui ce n’è una ben precisa. È un po’ un trovarsi tra club e giocatrice: se sei qui, e lo sei da tanto tempo, devi avere determinate caratteristiche. Dedicarsi al lavoro e alla cura dei piccoli dettagli, fare sempre qualcosa in più piuttosto che qualcosa in meno, questo fa tutta la differenza del mondo quando si vuole competere per vincere. Non solo in campo, ma anche al di fuori. Questo è quello che, con sacrificio e fatica, ti porta nel tempo a un risultato. Questa è una delle cose più importanti che ho imparato. Bisogna amare questo Club ed è quello che facciamo. Volersi bene tra noi: siamo professioniste, ma c’è sempre una variabile in più da tenere in conto ed è l’attaccamento alla maglia e credere in quello che si costruisce, solo così si dà vita a storie importanti. L’abbiamo fatto in passato e il nostro obiettivo deve essere quello di farlo in futuro».