Oggi, martedì 30 luglio, Michele Di Gregorio si è presentato alla stampa e ai tifosi bianconeri nella consueta conferenza stampa all'Allianz Stadium.
Queste le parole del portiere ex Monza:
SENSAZIONI
«Le sensazioni sono quelle del primo giorno, è tutto splendido. In questi giorni ho avuto modo di toccare con mano le strutture di allenamento, sono davvero stupende. È un gruppo coeso, unito, è stato facile entrare in rosa. Il ritiro in Germania è stato fondamente per migliorare i legami dentro e fuori dal campo, un’esperienza piacevole. Il rapporto con i compagni di reparto è molto bello, ci conoscevamo un po’ già da avversari. Io sono venuto qui per dare il massimo, ci sono pressioni, ma sarò a disposizione al 100% delle mie possibilità».
LA SCELTA BIANCONERA
«Ho scelto la Juve praticamente da subito, ho mantenuto la mia parola. Non ho mai pensato ad altre squadre. L’obiettivo principale è e sarà quello di dare il massimo, crescere e avere come focus sia la Juventus, sia la nazionale. Il percorso richiede sacrificio, ma sono nel posto giusto per poterci riuscire».
LA MATURAZIONE
«Il mio è stato un percorso dal basso, gli anni passati sono stati formativi: sicuramente ha aiutato il fatto di giocare tanto, commettere errori e lavorarci sopra con costanza. Tutto ciò mi ha portato ad essere qui e ne sono parecchio soddisfatto».
LA TRADIZIONE DI PORTIERI ITALIANI
«Alla Juventus la storia parla in generale, ma soprattutto per quanto riguarda i portieri. Mi sento orgoglioso di essere bianconero anche per questo motivo. Le ambizioni personali sono quelle di lasciare un segno come i grandi numeri uno del passato. Come struttura fisica forse ricordo un po’ Angelo Peruzzi, vedremo se il tempo lo confermerà. Il focus resta sul lavoro in allenamento e sulla voglia di togliermi diverse soddisfazioni con questa maglia».
COSA CHIEDE MISTER THIAGO MOTTA
«Il mister non ci affida compiti particolarmente strani: vuole partecipazione alla manovra dal basso e tanta personalità. Il calcio è cambiato e tutti noi portieri ci comportiamo di conseguenza. Il ruolo del portiere nel calcio moderno è mutato: siamo sempre più coinvolti».
IDOLO
«Il mio idolo è da sempre Gigi Buffon. Non ho avuto modo di sentirlo, ma le sue parole di apprezzamento fanno assolutamente piacere. È stato il più grande portiere della storia».
IL SALTO DAL MONZA ALLA JUVE
«Dal punto di vista psicologico le aspettative rendono comunque affascinante il nostro mestiere, bisogna farsi sempre trovare pronti. A Monza c’erano pressioni diverse, gli step mi hanno fortificato mentalmente. Questo club ha ambizioni altissime, cercherò di farmi trovare a livello quando sarà ora. La maglia juventina ha un peso specifico addosso. C’è storia, ambizione e tutti si aspettano sempre molto come è normale che sia. È corretto percepire determinate sensazioni, bisogna spingersi sempre al massimo».