Vincere a Napoli non è mai stata un’impresa semplice per la Juventus. Più volte le sfide contro i partenopei si sono rivelate determinanti nella corsa Scudetto, passaggi cruciali per conquistare un campionato e gare che per diverse ragioni sono rimaste nella storia del calcio italiano e non solo dei testa a testa tra le due squadre. Fa parte della lista sicuramente anche il match disputato il 17 maggio 1981 allo stadio San Paolo, in una calda domenica pomeriggio primaverile in cui in ballo c’erano molto di più dei due punti che all’epoca venivano assegnati per ogni successo in Serie A. La Juventus, a caccia del suo 19° Scudetto, costretta a non rallentare e a fare gara di testa, fino alla fine, evitando le trappole che il calendario aveva riservato nelle ultime settimane di campionato.
UNO SCUDETTO PER TRE: JUVENTUS, ROMA O NAPOLI?
La volata Scudetto della primavera 1981 si era rivelata infatti particolarmente avvincente per gli appassionati di calcio (meno per le coronarie dei tifosi…), con Juventus, Roma e Napoli a contendersi la vittoria racchiuse in una manciata di punti. Una scalata impervia per la squadra allenata da Giovanni Trapattoni, chiamata nel giro di una settimana alla doppia sfida che avrebbe determinato l’opportunità di conquistare il titolo. Il 10 maggio 1981, nella terzultima giornata di campionato, la Juventus ospitò la Roma al Comunale arrivando al match con un punto di vantaggio, ma senza Tardelli e Bettega - due colonne portanti di quel gruppo. La gara che ne venne fuori fu molto nervosa, chiusa dalla Juventus in dieci uomini a seguito dell’espulsione di Furino, ma i bianconeri riuscirono a tenersi stretto lo 0-0 e il punto finale. Pericolo sorpasso in classifica scampato soltanto momentaneamente, visto che quel pareggio che rallentava i giallorossi, rimetteva però in corsa il Napoli - che nel frattempo aveva vinto a Como - a due giornate dalla fine, con la Juventus chiamata la domenica successiva a sfidare proprio i partenopei in trasferta al San Paolo.
HOTEL VESUVIO E LA "SOLITA" NOTTE INSONNE PRIMA DEL MATCH
Quella di Napoli del 17 maggio, insomma, era una sfida da dentro o fuori. Una di quelle che la città partenopea aspettava da anni, contro un avversario particolarmente indigesto. Come spesso accadeva in quegli anni, i bianconeri decisero di trascorrere la vigilia del match a Napoli pernottando all’Hotel Vesuvio - uno degli alberghi più famosi e suggestivi della città. In pieno centro, sul lungomare, con una terrazza all’ultimo piano della struttura che permette di far spaziare lo sguardo dal vicino Castel dell’Ovo (l’hotel è a ridosso del monumento) fino al Vesuvio sulla sinistra, mentre in mare si disegnano all’orizzonte le forme di Ischia e Capri. Uno spettacolo unico, ma una posizione che permetteva anche a tutti i napoletani di passaggio lì davanti di azionare i clacson in un trambusto continuo che, alla vigilia di quella sfida, andò avanti fino alle cinque di mattina - impedendo a buona parte dei giocatori bianconeri di dormire, ma di godere di ripetuti spettacoli pirotecnici improvvisati dai disturbatori.
LA VITTORIA PER 0-1 FIRMATA VINICIO VERZA
In campo i ragazzi guidati da mister Trapattoni non ne risentirono. “La Stampa” del giorno dopo titolava con: «Juventus, una vittoria costruita in difesa»: al Napoli, costretto dalla classifica ad andare a caccia di un successo, i bianconeri concedettero solo un tiro in porta e riuscirono a tornare a Torino con un successo grazie a una giocata di Vinicio Verza - entrato nella ripresa al posto di Causio, il cui tirò venne deviato in maniera decisiva da Mario Guidetti, scrivendo così la parola fine alle ambizioni Scudetto dei partenopei. Viatico decisivo verso l’ultima giornata in cui la Juventus, battendo la Fiorentina in casa, conquistò poi il 19° titolo nazionale della sua storia.
Un successo celebrato in maniera festante anche a Torino quella domenica di maggio, in cui dopo la vittoria contro il Napoli si improvvisarono caroselli nel tardo pomeriggio - accolti però con stato d’animo ben diverso rispetto a quelli sul lungomare napoletano. In taglio basso, sempre su “La Stampa” del giorno successivo alla vittoria, un trafiletto recita: «Esultano per la Juventus e pagheranno la multa», spiegando che “un rumoroso carosello di tifosi juventini, tra via Roma, Porta Nuova e piazza Castello, con bandiere e claxson (con la x, come si usava tempo fa, ndr) sono andati avanti e indietro per il centro sotto lo sguardo infastidito per il rumore della folla che andava a passeggio. È probabile che l’abitudine di festeggiare col baccano le vittorie calcistiche passi di moda: i vigili urbani hanno infatti rilevato i numeri di targa dei fracassoni e, a stretto giro di posta, arriveranno le contravvenzioni». Per fortuna questa previsione non si è avverata, anche perché nei 40 anni successivi c’è stato davvero tanto da festeggiare per le strade di Torino tinte di bianconero.