Nel corso dell’attuale campionato il Livorno ha dimostrato una consistente fragilità nell’approccio: tra le 20 di serie A è la squadra che ha perso più punti nel primo quarto d’ora di gara. Sebbene mitigato dal alcune gare dove è partito bene, il saldo totale è di -4 punti e in molte circostanze la sconfitta è maturata dalle prime battute. E’ capitato a Napoli, dove il gol di Pandev in apertura ha dato il via a una goleada terminata concretizzatasi con un pesante 4-0. A Bologna, invece, la rete messa a segno da Crespo è risultata sufficiente per la sconfitta. Contro il Torino, in casa, i toscani si trovano addirittura sotto di due lunghezze, ma riescono poi a capovolgere il risultato, fino ad arrivare al 3-3 definitivo. Un copione che si ripete con il Milan, dimostrando un buono spirito di reazione alla rete di Balotelli, visto che la partita si concluderà sul 2-2.
Non altrettanta capacità di recupero si avrà – sempre davanti al proprio pubblico – con Udinese (rete di Nico Lopez e sconfitta per 1-2) e con il Parma (colpisce subito Palladino e dà il via allo 0-3 che si concretizzerà nelle battute conclusive). La striscia negativa prosegue con la Roma (1-0 di Destro e 3-0 finale) e termina con il Genoa (Antonelli decisivo immediatamente). Un percorso decisamente negativo, interrotto però dalla giornata numero 23. E’ da allora che il Livorno ha registrato i suoi inizi di partita, senza incassare più gol.
E anche in zona Cesarini, sebbene la formazione di Di Carlo sia reduce dal 2-2 guadagnato in extremis con l’Inter, i punti persi negli ultimi minuti sono 3. Quelli che basterebbero per passare dalla virtuale retrocessione di oggi alla salvezza (che il Livorno raggiungerebbe con i punti guadagnati al termine del primo tempo, piazzandosi in quartultima posizione).
Infine, un parziale bilancio riguardante il cambio in panchina. L’avventura di Nicola è terminata alla chiusura del girone d’andata: in quel momento i toscani erano ultimi, a 4 punti dalla salvezza. Dopo la parentesi di una sola partita con Perotti in panchina, Di Carlo è riuscito a sollevare la situazione e oggi la meta del quartultimo posto dista solo più una lunghezza.
IL PRECEDENTE DEL 7 APRILE
Nonostante non siano molti i precedenti tra Juventus e Livorno, quello del 1935 merita di essere ricordato perché la data del 7 aprile coincide con quella che vedrà di fronte le squadre di Conte e di Di Carlo. E la vittoria maturata in quella circostanza fu molto utile per la cavalcata dei bianconeri, che a fine campionato si sarebbero aggiudicarti il quinto scudetto consecutivo, così come oggi la Juve è impegnata nella corsa al traguardo del terzo.
Un impegno tutt’altro che facile, quello di allora, disputato alla settima giornata di ritorno. La Juventus approfittò della contemporanea sconfitta dell’Ambrosiana (l’attuale Inter) che condivideva con lei il vertice della classifica per piazzarsi in posizione solitaria. Ma per avere ragione del Livorno ci fu bisogno di una doppietta siglata dal mediano Giovanni Varglien II al 73esimo e all’’87esimo. All’ultimo giro d’orologio, gli ospiti accorciarono le distanze con una rete del centravanti Busoni. Esattamente come oggi, il Livorno scese in campo in una posizione di classifica precaria, al penultimo posto, posizione che non riuscirà a modificare nelle partite successive e che gli varrà la retrocessione in serie B. In tribuna, era presente il presidente della Juventus Edoardo Agnelli.