Per giocare a carte esistono tanti modi. Di generazione in generazione, da nonno a nipote, da amico a parente, ogni versione ha da sempre seguito le proprie regole. Regole che a volte si assomigliano, alle quali è facile trovare similitudini qualunque sia il gioco in questione. In tanti di essi è il jolly a farla da padrone: quella particolare carta che sostituisce la mancanza, copre il buco e permette al giocatore di trovare un modo per aprirsi la strada verso la vittoria.
Pierre Kalulu, però, non è un semplice “jolly”, termine fin troppo abusato nel glossario calcistico. Il suo personaggio in realtà assomiglia di più al signor Wolf (personaggio dell’universo del film Pulp Fiction) per quel suo modo tranquillo e sicuro di stare in campo, interpretando ruoli difensivi a seconda delle necessità.
CARRIERA
Kalulu viene da una famiglia di calciatori. I fratelli maggiori Aldo e Gedeon sono entrambi professionisti: il primo fa l’attaccante nel Partizan Belgrado, il secondo è difensore nel Lorient. Pierre, classe 2000, è il più giovane del trio ed è anche quello con il talento più marcato. L’arrivo nell’academy del Lione si registra presto, dall’età di 10 anni segue tutta la trafila delle giovanili, fino ad arrivare alle chiamate in prima squadra nel 2020. Senza ricevere mai reali chance per mettersi in mostra, Kalulu decide di cambiare aria e accoglie positivamente la chiamata del Milan. Paolo Maldini, da esperto in materia, identifica in lui le caratteristiche giuste per poter sfondare nel campionato italiano. Senza troppi complimenti ai compagni di reparto, già nella prima stagione si ritaglia discreto spazio sia da terzino destro che da difensore centrale. Nella stagione 2021-22, quella dello scudetto rossonero, si consacra definitivamente. Nelle gerarchie parte dietro rispetto ai vari Tomori, Romagnoli, Kjaer, ma sfruttando l’infortunio di quest’ultimo riesce a diventare insostituibile nello scacchiere di Pioli. Nel girone di ritorno -a fianco di Tomori- contribuisce al salto di qualità difensivo, il Milan vince il titolo subendo solo 10 gol in 19 giornate. Le successive due annate le vive con una piccola flessione: la prima viene caratterizzata dal rendimento globale della squadra, la seconda è invece influenzata da problemi fisici che lo tengono lontano dai campi per diversi mesi.
CARATTERISTICHE INDIVIDUALI
Kalulu nasce esterno destro basso, ma non ha mai nascosto la propria preferenza nel ricoprire il ruolo di difensore centrale in un pacchetto a quattro. È dotato di ottima velocità, accelerazione nei recuperi a campo aperto e nell’uno contro uno è cliente scomodo per la maggior parte degli attaccanti. Quello che colpisce di lui è l’adattamento naturale sul piano tattico. Se si guardano i numeri, nell’arco delle 4 stagioni vissute al Milan, la divisione delle presenze tra terzino e centrale è risultata essere piuttosto bilanciata, a conferma dell’impronta da difensore moderno che piace agli allenatori.
CON THIAGO MOTTA
L’arrivo del francese innalza il valore assoluto della difesa, non ci sono dubbi. Il direttore Giuntoli porta in casa un giocatore che, al pari di Cabal, ma con collocazione speculare, può spaziare su più caselle del muro difensivo. Siamo di fronte ad un giocatore che si sposerebbe a meraviglia con le caratteristiche di Bremer (più fisico e con migliori doti nell’impostazione); ma sarebbe sbagliato immaginarlo solo e soltanto al fianco del brasiliano. Mister Thiago Motta ci ha abituato a vedere al di là dei semplici schemi lineari e con Kalulu siamo di fronte ad un’altra intrigante opportunità.
Carta pazza del mazzo, Pierre Kalulu risolve problemi.