Starting XI: Undici protagonisti di Milan-Juve

Milan-Juventus è molto più di un incontro di prestigio tra formazioni che spesso si sono contese lo scudetto. Sono tanti coloro che hanno attraversato la storia dei due club, come Pietro Vierchowod e Christian Vieri, raffigurati nel mitico confronto del 1997, quando la Signora prevalse per 6-1. Loro sono due perfetti testimonial di come anche giocatori militanti in molte squadre abbiano vestito sia il bianconero che il rossonero. Ecco un 11 ideale di juventini-milanisti impegnati a San Siro in un arco temporale che abbraccia quasi mezzo secolo di calcio, schierati con 3-4-1-2 piuttosto offensivo.

MARCO STORARI

Due grandi ex a confronto: Marco Storari contro Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese gioca nella Juventus dal 2004 al 2006 e prima di approdare in rossonero fa un lungo giro tra Inter e Barcellona. Il portiere vive l'ambiente rossonero addirittura in 3 fasi distinte, mentre a Torino vive il suo periodo di maggiore continuità. Tra le sue grandi soddisfazioni l'essere in campo nel 2-1 conquistato a San Siro nel 2010-11, quando la rete di Ibra serve solo ad accorciare le distanze per i suoi.

GIANLUCA PESSOTTO

Pessotto cresce nelle giovanili del Milan, senza fare mai vestire la maglia della prima squadra. Alla Juve arriva nel 1995 e vince la Champions League al suo primo anno, tra l'altro calciando uno dei rigori della finale di Roma. In questa foto si vede Gianluca come compagno e avversario di Palloni d'Oro: Pavel Nedved (che già lo era stato) e Kakà (che lo sarebbe diventato in seguito).

SANDRO SALVADORE

Milanese di nascita, Sandro Salvadore cresce nel club rossonero e in prima squadra fa coppia in difesa con Cesare Maldini, il papà di Paolo. Dopo 5 stagioni, 2 delle quali vissute da titolare, arriva alla Juventus nel 1962 nello scambio con Bruno Mora (nella foto i due si affrontano a San Siro con i loro nuovi club). In bianconero diventa un'istituzione, collezionando 460 presenze e arrivando anche a indossare la fascia da capitano. Mantenendo sempre uno stile che associa poche parole a un carattere da trascinatore.

GIANLUCA ZAMBROTTA

Sono 7 gli anni trascorsi da Gianluca Zambrotta nella Juventus, dove ha vinto 4 scudetti suddivisi equamente tra la gestione di Lippi e quella di Capello. Dopo l'esperienza al Barcellona, l'esterno approda al Milan e aggiunge un tricolore alla sua carriera, per poi chiudere con la Serie A proprio nella stagione del testa a testa tra la Signora e il Diavolo con annesso trionfo bianconero.

VINICIO VERZA

Vinicio Verza entra in campo in Milan-Juventus insieme a Roberto Bettega. In bianconero gioca dal 1977 al 1981, anche se non riesce mai a conquistare realmente un posto da titolare. Dopo un anno al Cesena si trasferisce in rossonero e partecipa alla promozione in Serie A del Diavolo, precipitato negli abissi nel 1982. Centrocampista, ha buoni tempi d'inserimento, come sanno i tifosi juventini che ricordano il suo contributo nel match-scudetto a Napoli nel suo ultimo anno.

FABIO CAPELLO

Pochi come lui uniscono i due club e pure in diverse epoche. Negli anni '70 Capello è il prototipo del regista dalle sapienti geometrie, un lavoro fatto prima nella Juventus e poi nel Milan. Le parti si rovesciano quando vent'anni dopo vive da allenatore due cicli tra i migliori dei rispettivi club: prima a Milano con tre scudetti consecutivi e annessa Champions League, poi a Torino dove fa due su due nella corsa tricolore.

ROMEO BENETTI

Nell'estate del 1976 va via Capello da Torino e arriva Benetti, si passa da un regista classico a un centrocampista muscolare. Una trasformazione epocale quella del primo anno con Trapattoni alla panchina, che punta su un cavallo di ritorno – Romeo era già stato nella Juve precedentemente – e, soprattutto, su un giocatore che ha avuto modo di conoscere a Milano. L'operazione riesce in pieno e lo si capisce proprio in Milan-Juventus, quando il neo-bianconero contribuisce con un gol e una prestazione di sostanza a rovesciare il risultato da 2-0 a 2-3.

EDGAR DAVIDS

Scintille in campo come poche altre volte. Non può essere altrimenti se si affrontano Davids e Gattuso, il Pitbull contro Ringhio, due guerrieri che danno tutto e sono capaci anche di andare oltre i propri limiti. La storia italiana di Edgar nasce proprio dalla crisi di rigetto vissuta nel Milan e dalla totale rinascita avvenuta nella Juventus. Un passaggio di mercato tra i più importanti tra quelli che hanno determinato l'egemonia bianconera nel periodo dove l'olandese ha mostrato il meglio di sé.

ROBERTO BAGGIO

Roberto Baggio a San Siro contro il Milan ha regalato spesso prestazioni decisive. Su tutte quella del 1992-93, un 3-1 a favore dei bianconeri determinato in gran parte dal suo talento. Il suo passaggio diretto dalla Signora al Diavolo lo ha portato a vincere due scudetti consecutivi con due maglie diverse tra il 1995 e il 1996.

FILIPPO INZAGHI

Inzaghi è la testimonianza di una coerenza assoluta nel suo essere stato prima alla Juventus e poi al Milan. In entrambi i club il mestiere di goleador è stato interpretato con la stessa ferocia. E se in rossonero ha giocato più a lungo e conseguentemente ha segnato un numero maggiore di reti, la sua media realizzativa nei 4 anni trascorsi a Torino è stata più elevata, con 89 centri in 165 partite.

ALESSANDRO MATRI

Lo si può considerare come uno degli eredi proprio di Inzaghi. Anche Matri ha giocato in entrambe le squadre ma a differenza di SuperPippo ha avuto un doppio andata e ritorno. Alessandro con il Milan debutta in Serie A nel 2003, per poi riapparire dieci anni dopo. Con la Juve è protagonista nei primi due scudetti con Conte e partecipa al primo di Allegri, con la gemma del gol in finale che consente alla Signora di vincere la sua storica decima Coppa Italia.