Arturo Vidal ritiene che la storia, la gloria e la passione del club bianconero siano assolutamente perfette per le sue aspirazioni. Dal momento del passaggio dalla Bundesliga alla Serie A nel 2011, il centrocampista ha infilato uno dietro l’altro i trionfi in campionato e in Supercoppa, diventando un fenomeno del calcio mondiale.
Ora, nel corso della sua terza stagione all’ombra della Mole, Vidal ha parlato dello “stupenda” sensazione che ancora lo coglie quando indossa la gloriosa camiseta bianconera ed esce dal tunnel, davanti ai suoi tifosi.
In un’intervista esclusiva alla BBC World Football, il 26enne ha parlato proprio di questo. Prima di lui, anche Stephan Lichtsteiner è passato dai microfoni della prestigiosa istituzione del giornalismo anglosassone. «Vestire la maglia della Juventus è sicuramente una delle più belle cose che mi sia mai capitata. Puoi sentirti addosso la storia del club, e la passione dei suoi tifosi è incredibile. Quando oltrepassi la linea di fondo per entrare in campo, capisci quale sia la posta in gioco e quante siano le aspettative nei tuoi confronti».
Se i fan italiani che sono abituati a veder giocare Vidal settimana dopo settimana sono avvezzi alle sue regolari, brillanti performance, tutti coloro che vivono all’estero assistono alle sue partite consci della classe del cileno.
E’ evidente che le sue quotazioni siano sempre in rialzo su scala mondiale: basta considerare l’undicesimo posto nella classifica stilata da Bloomberg, Sports List, che tiene conto il rendimento della passata stagione. La stessa lo giudica come il migliore in assoluto nel suo ruolo.
«Se è davvero così, sono felice. Ho lavorato molto per essere in questa posizione. Sento di essere un giocatore importante in un ruolo che richiede offensività ma anche difesa. Tuttavia, c’è da dire che ho anche degli ottimi compagni di squadra che mi aiutano nel mio compito».
Raggiungere l’apice a livello professionale ha richiesto molto duro lavoro e determinazione. Spinto dalla motivazione di migliorare le condizioni della sua famiglia – a seguito di una infanzia ‘dura’ in Cile – Vidal ha lavorato instancabilmente per affinare le sue doti e far diventare il suo sogno di bambino, realtà.
«E’ stato un inizio difficile. La mia vita familiare è stata un po’ complicata per via della situazione di mia madre. C’erano pochi soldi. Ma appena ho iniziato a giocare a calcio le cose sono andate lentamente migliorando», ha confessato il cileno.
«Il pallone è qualcosa che ho sempre voluto. Ho realizzato che avrei potuto migliorare le nostre condizioni familiari, ma anche questo era in fondo un sogno. Da bambino amavo giocare a calcio e ho sempre voluto diventare un professionista. Mio zio, Victor Hugo, mi è stato vicino quando giocavo da piccolo perché non avevamo abbastanza cibo per mangiare in casa. Mi ha aiutato e mi ha portato al Colo Colo, dove ho inizato a giocare.»
«Sono ancora in contatto con lui per tutto quello che ha fatto per me», ha aggiunto Vidal. «Mi ha nutrito affinchè fossi più forte e crescessi – ero molto magro da piccolo».
Una striscia di performance impressionanti per la squadra di Santiago ha inevitabilmente attratto subito l’attenzione di molti club europei. Uno di questi, il Bayer Leverkusen, si è lanciata sul 20enne Vidal per portarlo in Germania prima degli altri. Era l’estate del 2007, un momento cruciale per il resto della sua carriera.
«All’inizio è stato uno shock per me. In Cile il calcio è molto diverso, molto più rilassato e senza questa fisicità. E’ impossibile confrontarlo con ciò che invece era in Germania – ma mi sono adattato in fretta».
Da allora, Vidal si è affermato come uno dei talenti più cristallini del pianeta, guadagnandosi una reputazione non solo a livello di club ma anche con il suo Cile. E dopo aver conquistato schiere di ammiratori per le sue caparbie prestazioni nella Coppa del Mondo del 2010, secondo Vidal la selezione cilena può ambire a ben più alti piazzamenti quest’anno.
«La squadra che andrà in Brasile è il doppio più forte di quella dell’ultimo mondiale. Tutti i giocatori del 2010 sono maturati e siamo una squadra più completa, che gioca un football migliore. Sappiamo che dobbiamo battere almeno i campioni in carica (la Spagna) o una delle pretendenti al titolo (Olanda), ma scenderemo in campo determinati a vincere ogni partita».