DELFINA RATTAZZI
Leggendo le lettere di Omar Sivori ho capito quanto per noi la Juventus sia memoria. Umberto che lo va a prendere al volante di una Ferrari a Malpensa. Il Cabezon che chiama uno dei suoi figli Umberto.
Mio padre, in Argentina, così felice di essere stato incaricato della trattativa. Il motoscafo all’Argentario che si chiamava Sichani, per Sivori, Charles e Nicole’. Kissinger che amava la squadra. E l’affetto di Gianni per Platini e Del Piero. Una lunga storia di affetto smisurato, di batoste condivise, di appartenenza. E poi molti baristi sono juventini e ci accolgono sempre e comunque con un sorriso. E l’imbarazzo perché non ti fanno pagare il cappuccino, mai.