03 febbraio 2014
Dal 1964 al 2014. 50 anni, praticamente una vita intera. Dedicata agli altri, a chi ha più bisogno di aiuto, di un sostegno, semplicemente, a volte di un conforto. E' la vita del Sermig, il Servizio Missionario Giovani, celebrata questa sera con“Rendiamoci Conto”, l' incontro, tenutosi presso l'Arsenale della Pace e presentato dal fondatore Ernesto Olivero, cui ha preso parte anche il Andrea Agnelli.
Alla tavola rotonda hanno partecipato, oltre al presidente della Juventus, l'Arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia, il Generale di Divisione della Guardia di Finanza Carlo Ricozzi e Marco Testa, presidente della Armando Testa SpA.
Agnelli ha sottolineato non solo gli straordinari risultati ottenuti dal Sermig nei suoi 50 anni di operato, ma anche il senso di responsabilità che l'azione di Ernesto Olivero ha saputo trasmettere: «Una responsabilità - ha spiegato il Presidente - che si concretizza nell'attenzione verso i giovani, nell'integrazione e in uno sguardo verso il futuro». Ed è in questi elementi che Agnelli ha trovato un punto di unione tra due realtà tanto diverse come il Servizio Missionario Giovani e la Juventus: «La rivoluzione del Sermig è sempre stato l'investimento sui giovani e una società sportiva ha responsabilità nei loro confronti. Il nostro esempio, l'ultimo, è quello della creazione di una scuola nel centro sportivo di Vinovo.
L'integrazione: le persone che vengono qui all'Arsenale non hanno razza, colore. E così è per lo sport. L'impegno della Juventus in questo senso è dato dai due progetti Un calcio al razzismo e Gioca con me.
Infine lo sguardo al futuro - ha concluso Agnelli - dove era rivolta l'attenzione del Sermig quando è iniziato il suo percorso, guidato da una legittima ambizione. La stessa ambizione che deve guidarci oggi, in un momento tanto difficile per la nostra società, in una ricerca costante del miglioramento» .