18 novembre 2014
La tavolozza in mano e lo sguardo velato di malinconia, sentimento che regala ispirazione, ma da cui non ci si può allontanare ripensando a quel sogno di gioventù, che ora rivive solo sulla tela. Enrico Paulucci ha raccontato così, ne “Il Pittore Juventino. Autoritratto”, la sua storia, o almeno una parte di essa: quella che lo aveva trasformato da portiere bianconero ad artista. Aveva vissuto la Juve da dentro, difendendone i pali nelle giovanili e arrivando sino alla Prima Squadra. Poi aveva continuato a usare le mani, in un modo diverso però. Un modo che lo avrebbe portato a formare il “Gruppo dei Sei”, insieme a Chessa, Levi, Galante, Menzio e Boswell, regalando un nuovo impulso alla cultura e all'arte torinese.
Venti delle sue opere, da “Juventus. Una partita” a “Non sarà mai più così bello il gioco del calcio, dai paesaggi, alle nature morte, ora sono esposte al J-Museum nella mostra dal titolo “Enrico Paulucci: un pittore in porta”, organizzata in collaborazione con l’Archivio Paulucci. Una raccolta di dipinti, disegni, guazzi e scritti inediti che raccontano le due grandi passioni dell'artista, quella per la pittura e quella per il calcio, il suo calcio bianconero.
L'esposizione ha accolto questa sera in anteprima la stampa e ospiti della società e da mercoledì 19 novembre sarà aperta al pubblico, che potrà visitarla sino al 22 febbraio 2015.
Orario mostra: lun-ven 10:30-18; sab-dom e festivi 10:30-19:30; chiusura il martedì.
Biglietto d’ingresso: €18 museo+stadium tour+mostra, € 12 museo+mostra, € 5 solo mostra