22 dicembre 2016
«L’ultima partita prima della pausa è la più difficile da preparare, esattamente come lo è la ripresa del Campionato». Tiene alta l’asticella dell’attenzione, Mister Allegri, a poco più di 24 ore dall’ultima partita di un magnifico 2016 per i colori bianconeri. D’altronde, come aggiunge lo stesso allenatore, «Abbiamo da portare a casa un trofeo, il primo della stagione, il che per noi significherebbe anche centrare il terzo obiettivo che ci eravamo dati prima di Natale, oltre al passaggio del turno in Champions League e alla chiusura del 2016 come primi in classifica in Serie A».
Ci tiene, e molto, Allegri, come d’altronde tutta la squadra: ecco perché dice chiaramente quello che dovrà essere l’approccio al match: «Dovremo essere attenti, concentrati e umili, dedicando il giusto rispetto a un Milan che giocherà da un lato un po’ “deresponsabilizzato” e dall’altro con la rabbia dovuta al disguido tecnico. È una squadra giovane, che ha un grande futuro davanti e la giusta spensieratezza. Noi, che abbiamo qualche anno in più, dobbiamo restare spensierati, perché ci mantiene giovani, ma guai ad affrontare la partita con presunzione. Ricordiamoci come è andata a Milano, match nel quale abbiamo pagato un errore difensivo, sebbene avessimo giocato bene. Non c’è rivincita, domani: se si perde non c’è niente da fare, quindi serve la partita giusta, perché in una Finale i valori si azzerano, come peraltro accade spesso negli incroci fra noi e loro».
Come sta studiando il match Allegri? «Intanto so che in una partita come questa gli episodi potranno essere decisivi, quindi tutto è in discussione dal primo minuto, può accadere qualsiasi cosa. Poi, per quanto riguarda la gestione dei giocatori, devo ragionare sui 120 possibili minuti, quindi il primo cambio arriverà nel secondo tempo e più che mai la panchina sarà fondamentale».
A proposito di giocatori e di schemi: «Devo ancora decidere se davanti saremo a due o a tre, dipende dalla presenza o meno di Pjanic, senza contare che abbiamo anche Cuadrado a disposizione». Ma comunque, indipendentemente dai giocatori o dal modulo, conta una cosa sola: «Spero che i ragazzi mi regalino un altro trofeo»