29 luglio 2014
La stagione bianconera entra nel vivo: lunedì il rientro dei Nazionali, mercoledì a Cesena la prima uscita con il gruppo quasi al completo. Certo, gli allenamenti nelle gambe per i nuovi arrivati sono pochissimi, ma Allegri porterà comunque in Romagna anche i reduci dal Mondiale: «Per noi la stagione è iniziata veramente solo ieri mattina con l'arrivo di undici giocatori – spiega il tecnico - In questo momento non è possibile avere una condizione fisica accettabile, quindi l'importante sarà avere un atteggiamento giusto».
«Ho parlato con tutti e il loro apporto sarà fondamentale – continua Allegri - anche perché io sono nuovo dell'ambiente e ho bisogno di confrontarmi con i giocatori più esperti. Gli obiettivi della stagione? Per i ragazzi centrare il quarto scudetto sarebbe eccezionale, per me vincere il secondo con una società diversa lo sarebbe altrettanto e in più c'è l'Europa, dove vorremo fare un'ottima Champions».
Tra gli undici Nazionali rientrati alla base c'è anche Arturo Vidal, «un giocatore fondamentale – sottolinea il tecnico - non solo a centrocampo, ma anche in fase realizzativa. Ho parlato con lui per sincerarmi delle condizioni fisiche, visto che è stato operato e ha giocato un Mondiale, ma è molto motivato, è felice di rimanere e ha solo bisogno di lavorare per trovare una buona condizione. Abbiamo deciso di farlo lavorare un po' in differenziato per averlo in buona condizione da dopo la tournée».
A quel punto all'inizio del campionato mancheranno due settimane e dopo le sfide contro Chievo e Udinese, già alla terza giornata Allegri tornerà a San Siro ad affrontare il Milan: «Sarà una serata particolare, una sfida affascinante tra due delle favorite per il titolo, per me ci sarà sicuramente emozione perché in rossonero ho vissuto tre anni e mezzo fantastici, ma ora sono l'allenatore della Juventus e per me il Milan sarà solo un avversario. Noi dobbiamo già prepararci al meglio per la prima partita. Giocheremo ogni tre giorni, quindi dovremo avere una buona condizione fisica e mentale e poter contare su tutti i componenti della rosa. Tutti dovranno sentirsi importanti, perché anche chi gioca meno alla fine è determinante».