02 giugno 2017
La conferenza stampa di Mister Allegri prima della Finale conferma, se mai ce ne fosse bisogno, quanto visto e sentito nelle ultime settimane, in particolare durante il Media Day di qualche giorno fa a Torino.
Il tecnico della Juventus è sereno, fiducioso, calmo e determinato. Ed è tutto quello che serve.
«TOTALE SERENITA’»
Spiega Allegri: «Il Match di domani è qualcosa per cui abbiamo lavorato un anno intero, dobbiamo fare il possibile per portare la Coppa a casa. Il Real? Favorito in quanto campione uscente, ma noi siamo consapevoli di quello che abbiamo fatto e costruito finora. Metteremo in campo tutto quello che loro non hanno, e se ce l’hanno anche loro, ne metteremo in campo di più».
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LE SCELTE TECNICHE
«Non ho ancora fatto la formazione, si tratta di un match che potrebbe durare anche 120 minuti, la panchina sarà determinante più che mai. A seconda delle scelte del Real abbiamo preparato le contromisure, per esempio nel dualismo Bale-Isco: il primo è più veloce, il secondo sta più in mezzo al campo, imprevedibile, ma con lui la difesa del Real è più scoperta»
DIABOLICI NEL COLPIRE
Dice proprio così, Allegri: «Dobbiamo essere diabolici nel colpire: è una finale, e le finali si vincono; quanto portato a casa in questa stagione è un allenamento per domani, perché domani si deve giocare in modo indipendente dall’avversario e anche dalle statistiche, leggendo i momenti della partita, mettendo in campo voglia, convinzione e sacrificio. Oltre, ovviamente, all’aspetto tecnico che sarà fondamentale. La Finale si vince nei dettagli, limitando l’avversario, aggredendo, sfruttando al meglio le proprie qualità e i difetti degli altri»
MARIO, GONZALO, PAULO, ALEX
A domande specifiche, risponde: «Mandzukic ha vinto tanto, e non si vince per caso. Gonzalo ha fatto un’annata straordinaria, grandissimo giocatore che non deve dimostrare nulla. Dybala è cresciuto molto caratterialmente, dallo scorso anno, ha giocato straordinarie partite. E Alex Sandro con Marcelo è al top nel mondo».
PRESSIONE? NO
«Non ci deve essere pressione domani, né pensare alla tripletta o alla storia degli ultimi anni. È la finale, non si pensa ad altro, ma solo a fare quel che c’è da fare per portare a casa la Coppa. Siamo cresciuti molto rispetto a due anni fa, quando venivamo da annate difficili. Ora siamo convinti, molto più convinti. Non capita spesso di giocare due finali in tre stagioni».