23 settembre 2022
Oggi, 23 settembre 2022, Paolo Rossi avrebbe compiuto 66 anni. Vogliamo unirci ai tanti appassionanti racconti su di lui di questi giorni ricordando come Paolo sia nato per i tifosi bianconeri, che hanno imparato a conoscerlo dalle pagine di Hurrà Juventus, prima ancora che sul campo.
L'IDEA DI FUTURO
É il novembre del 1973. Paolo Rossi è raffigurato insieme ad altri 7 suoi compagni del settore giovanile della Juventus: Pasquale Ierinò, Gianluigi Maggioni, Pasquale Vitolo, Alessandro Zagano, Giacomo Chinellato, Antonio D'Ambrosio e Luciano Miani (nella foto). Hurrà Juventus pone una domanda impegnativa per chi cerca di emergere nel calcio del grandi: «Vi sarà successo nel loro futuro?».
IL DEBUTTO
Paolo Rossi esordisce in prima squadra, il 1° maggio del 1974, a Cesena. La Juve vince 1-0, ma come recita il titolo di Hurrà, non basta ad andare in finale. Il giovane attaccante non ha ancora 18 anni. Indossa la maglia numero 7 perché è ancora l'ala destra il ruolo che lo caratterizza nel primo periodo. La capacità di sterzare in velocità gli tornerà utile quando troverà una collocazione più definita al centro dell'attacco.
QUATTRO CHIACCHIERE
Pochi mesi dopo, Paolo Rossi prende la parola in un'intervista a più voci che Hurrà Juventus fa con i migliori rappresentanti della formazione Primavera. Insieme a lui ci sono Nicola Zanone – che sfiorerà le 100 presenze in Serie A distribuite tra vari club – e Sergio Brio, che della Juve diventerà un punto fermo. Paolino – lo chiamano così – ha già subito l'asportazione di tre menischi. Il suo programma per il futuro immediato è chiaro: «Ora sono appena guarito dal mio ultimo menisco, e perciò già contento di avere ripreso a giocare; per il prossimo anno si vedrà; a me farebbe enorme piacere essere riconfermato, come pure non mi dispiacerebbe essere prestato a qualche squadra».
PABLITO
Prima il Como, poi il Lanerossi Vicenza. La Juve ritrova Paolo come avversario in una bellissima giornata del 1978. I bianconeri festeggiano il tricolore al Comunale, Rossi con i suoi compagni di squadra uno straordinario secondo posto e il titolo di capocannoniere della Serie A. Da lì a un mese diventerà Pablito al Mondiale in Argentina, è la nascita di un soprannome indelebile.
LA RINASCITA
E poi c'è la rinascita. Il secondo esordio con la Juve a Udine, nel 1982. Con un gol immediato di chi non vuole perdere tempo dopo uno stop forzato che lo ha fatto soffrire. E con una maglia dal colore molto simile a quella che da lì a poco lo farà diventare leggenda al Mondiale di Spagna. Con la tripletta al Brasile, la doppietta alla Polonia e il gol che sblocca la finale Italia-Germania.