23 gennaio 2025
In uno stadio italiano, un pubblico così numeroso per una partita di calcio di Serie A non si era mai visto prima. Dicembre 1974: Napoli, metà mese, Natale alle porte, ma il sole e l’azzurro nel cielo non vogliono andarsene dal golfo che ha visto nascere la colonia greca di Partenope 28 secoli fa.
Stadio San Paolo, in programma la super sfida tra Napoli e Juventus - con i bianconeri guidati da Carlo Parola che vestono i panni della squadra da battere e i padroni di casa che invece vogliono provare a misurare le proprie ambizioni di successo, da seconda in classifica a soli due punti di distanza dalla vetta. La Juventus non vince in trasferta contro i partenopei da sette anni, ma le condizioni per un possibile trionfo quel giorno diventano da subito favorevoli, nonostante i 90.736 spettatori presenti - ancora oggi è il record di pubblico per un match di calcio giocato in Italia.
La parola chiave della gara è fuorigioco: il Napoli prova con la difesa alta a irretire l’attacco bianconero, ma dal primo minuto lo schema non funziona. Tanto che l’ex Altafini trova il gol del vantaggio al 26’, ma già in precedenza la Juventus avrebbe potuto comodamente segnare almeno tre reti. Poco importa, perché la strada diventa da subito spianata con Damiani che prima dell’intervallo realizza la sua doppietta personale segnando dal dischetto e poi correggendo di testa in rete il cross dalla destra di Capello.
UNA GARA FINITA CON 30 SECONDI D'ANTICIPO
Nella ripresa la Juventus dilaga, tanto da prendersi una delle più larghe vittorie in trasferta a Napoli della sua storia: Bettega realizza il gol del 4-0 al 51’, prima che Clerici con la sua doppietta renda il passivo meno amaro per gli azzurri (reti intervallate dal quinto sigillo bianconero firmato Causio). Infine, al minuto 83, il neo entrato Viola - chiamato a sostituire l’infortunato Furino, che a fatica riesce a raggiungere il tunnel che porta agli spogliatoi a causa delle intemperanze dei tifosi e del fitto lancio di oggetti - trova spazio in area a seguito di una punizione battuta corta, fissando il risultato sul 2-6.
Una partita che nel finale, visto il punteggio, non aveva più molto da dire e terminata con 30 secondi d’anticipo - dopo che, sugli spalti dell’allora San Paolo, si scatenò la rabbia di una parte dei tifosi partenopei, con il guardalinee colpito da una bottiglietta lanciata dal pubblico e le squadre costrette a scappare via scortate dalle forze dell’ordine.
Una curiosità: l’arbitro Agnolin dichiarò che la partita non si era conclusa nei 90 minuti regolamentari e così la gara non fu valida ai fini del concorso Totocalcio, ma rimase invece a lungo nella testa dei partenopei che soltanto in primavera riuscirono a rilanciarsi, tornando a contatto con la Juventus fino alla gara di ritorno quando, grazie al più classico dei gol dell’ex, il Napoli incassò la sconfitta per mano di Altafini, portando la Juventus alla conquista del 16° Scudetto della storia bianconera.