03 maggio 2014
Quando Gigi Buffon parla, lo fa con cognizione di causa. Ha l'esperienza, il carisma e la personalità per non dire mai cose banali. E se lui per primo afferma che questa stagione, tra le ultime tre della Juve, «è stata la migliore», c'è da credergli. Va ancora completata, certo, ma il cammino dei bianconeri in campionato è stato impressionante e non era scontato: «Se dovessimo tagliare anche questo traguardo sarà la vittoria di una squadra, società, staff, tifosi, che si sono voluti superare per attenzione, motivazione e voglia di vincere – spiega il portiere ai microfoni di Sky Sport - Venendo da due stagioni vincenti si incontrano difficoltà a ripetersi e non è scontato superarle. In questo campionato siamo stati ancora più bravi che in quello precedente, anche perché c'è stata una squadra come la Roma e, se avessimo dato retta a chi diceva che già 10 giornate fa diceva che avevamo già vinto il campionato, staremmo a parlare di debacle. Il merito è dell'allenatore, che non ha mai fatto passare questo messaggio, e nostro, che non ci siamo mai rilassati».
Due i momenti cruciali individuati dal capitano bianconero: «A Marassi, contro il Genoa, abbiamo dato una bella “badilata” al campionato, perché abbiamo vinto grazie ad una magia di Pirlo una gara in cui eravamo andati anche vicini alla sconfitta. All'inizio è stata importante la partita in casa contro il Verona. Siamo andati sotto contro una neopromossa che aveva grande entusiasmo ed è stata importante la rabbia agonistica di Tevez per ribaltare il risultato. In quel momento abbiamo dato un segnale di grande voglia e veemenza».
Per una squadra contro cui ogni avversario gioca con il coltello tra i denti, vincere è un merito ulteriore: «Ricordo bene che, quando giocavo nel Parma, la vigilai della partita contro la Juve non era come le altre. Sentivamo diversamente la gara e davamo tutti qualcosa in più, come fa chiunque giochi contro la Juve. E' stata la consapevolezza della nostra forza a permetterci di sconfiggere gli avversari».
La straordinarietà della stagione bianconera certo non può essere sminuita dall'eliminazione in Europa League e non è un caso che giovedì sera bianconeri siano usciti tra gli applausi: «Sono stati un tributo, non credo solo per quella partita, ma per tutta l'annata e per le due precedenti. E' stato un modo di chiudere un momento spiacevole con questo ringraziamento. I tifosi hanno capito che abbiamo dato il massimo per cercare di vincere e ribaltare il risultato, ma non ci siamo riusciti. Il Benfica partecipa costantemente alla Champions League, spesso e spesso e volentieri arriva agli ottavi o ai quarti. E' sempre una squadra ostica da affrontare. eBasti vedere che lo scorso anno il Chelsea per vincere la finale di Europa League ha sudato sette camice. Sono state due sfide equilibrate, in cui ai punti meritavamo forse più noi e in cui i dettagli hanno fatto la differenza. Abbiamo giocato alla pari, abbiamo perso, bravi loro». La delusione per l'eliminazione non fiacca l'entusiasmo. La sfida europea è solo rimandata: «Credo che anche la società voglia rilanciarla. Più i traguardi sono difficili da raggiungere, più c'è l'aspirazione di farcela. Tre anni fa abbiamo intrapreso un percorso che è diventato una solida base da cui partire per lo slancio europeo.»