16 marzo 2014
Non ci sono più aggettivi per descrivere il Capitano. In una serata per lui magica, ammantata di storia mentre raggiunge Dino Zoff a quota 476 presenze in bianconero – e come dare torto a Gigi, «chi ha scritto la trama di tutto ciò è stato davvero bravo» - il numero uno della Juve esce da Marassi sugli scudi, da eroe. Suo è infatti l’intervento fondamentale che ha disinnescato il calcio di rigore di Calaiò. Il risultato era ancora fermo sullo 0-0. Una parata, la sua, che ha ridato fiducia alla squadra in un momento delicato della partita. «E’ inutile negare che non ci speravamo più», ammette ai microfoni di Sky il Capitano a fine gara. «Il fatto che ci siamo riusciti è motivo d’orgoglio per noi stessi, per la società e per i tifosi. Hanno avuto dimostrazione che quando c’è da soffrire, ci tiriamo su le maniche e lo facciamo».
Sul rigore, Buffon rivela che si aspettava tirasse Gilardino, che tuttavia era stato sostituito poc’anzi. «Per fortuna, sarei stato in grande crisi perché Alberto non si sa mai come calci. Mi è andata un po’ di istinto, e mi è andata bene. Di solito penso di rimanere in piedi e aspettare il tiro, lui probabilmente si aspettava una mia mossa e così ha tirato di collo pieno e mi ha calciato addosso».
Ma le sue parole più belle riguardano ovviamente l’emozione di aver toccato quota 476, come la leggenda Dino Zoff. «Sicuramente vedermi accostato a lui e aver capito di aver fatto così tanta strada è gratificante. Essere affiancato ad un mostro sacro del ruolo e del calcio internazionale mi fa stare anche un po’ a disagio, perché a volte non sai neanche se sei adeguato. Ma se in giornate così riesci a suggellare tutto con interventi del genere, forse vuol dire che tutto è già scritto…»
La prodezza di Buffon è paragonabile, stasera, solo a quella decisiva di Andrea Pirlo. «Quando lo vedo, la speranza non muore mai: è uno di quei giocatori che anche con palla al piede ti aiuta a sognare in qualsiasi momento», ha dichiarato il Capitano.
Inevitabile la domanda, finale, sull’importanza di questa vittoria in chiave scudetto. «Sicuramente questo è una badilata, ben più di un mattoncino…» ha scherzato Gigi prima di lasciare il microfono.