12 gennaio 2014
Una parata che vale quanto un gol. Quella di Gigi Buffon su Dessena, subito dopo il pareggio firmato da Llorente, ha evitato che il Cagliari riprendesse subito fiducia e ha permesso alla Juve di prendere in mano il gioco e la partita: «Ci vuole anche quel briciolo di fortuna -commenta il portiere - perché non ho tolto un pallone dall'incrocio, ma mi sono fatto guidare dall'istinto e aver preso posizione coprendo la porta mi ha permesso di fare quella parata. Se avessi tentato l'uscita non l'avrei bloccata e anzi ché lasciare una palla vagante in area ho preferito rischiare un po' di più. L'importante in quei casi è non avere esitazioni. Ora però è vero che esco più spesso. Lo faccio per mio padre, il mio più grande critico, che mi dice che non esco più... Allora per fargli coraggio ho ricominciato a impossessarmi dell'area di rigore...».
Anche grazie a quella parata la Juve ha centrato l'undicesima vittoria consecutiva, riscrivendo la storia: «E' un traguardo che ci fa piacere e rende onore a quanto stiamo facendo. Fino a qualche domenica fa c'era in ballo anche un mio possibile record, ma teniamo molto più a quelli di squadra che a quelli personali. Credo che quello stabilito oggi durerà negli anni. Il prossimo obiettivo è vincere lo scudetto, il terzo di fila, anche pensando al fatto che sono passati quasi ottant'anni dall'ultima volta che è accaduto. Per vincere in Europa serve qualcosa di più? Beh, in Italia sappiamo affrontare nel modo migliore tutti gli avversari. Magari in Europa ci vuole qualcosa di diverso, ma abbiamo un allenatore talmente preparato che saprà trovare i rimedi per il prossimo anno».