26 luglio 2020
Il mondo spezza tutti e poi molti sono forti proprio nei punti spezzati. Ernest Hemingway
Quello che è accaduto in questa stagione non lo dimenticheremo mai. Non lo dimenticheremo più.
Sono stati giorni di esultanze strozzate, di lacrime e sorrisi, di motori (mai) spenti e di una gran voglia di tornare a esultare. E ad abbracciarci.
E adesso siamo qui, in un giorno di fine luglio, a celebrare qualcosa che siamo dolcemente abituati a vincere: il nostro Scudetto, il numero 38.
Siamo abituati a celebrarlo, è vero, ma non certo così.
Non certo alla fine di una stagione così.
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Resilienza. Sostantivo femminile che indica la capacità di un materiale di assorbire un urto, senza rompersi. In senso lato, la capacità di affrontare una difficoltà e di superarla. Di piegarsi, senza spezzarsi.
Di essere più forti. Stronger.
Il romanzo di ogni stagione, da otto anni a questa parte, recitava lo stesso finale, fatto di abbracci, sorrisi, applausi. Sempre, solamente, in bianconero.
Logico quindi, che la prima cosa di cui quest’anno abbiamo dovuto essere più forti è stata la concorrenza. Mai così agguerrita, mai così decisa a cambiarlo, quel finale.
Ma questa storia è stata diversa, fin dall’inizio: un inizio di cambiamento. Profondo, radicale, coraggioso: il cambio della guida tecnica, dopo anni di successi indimenticabili.
Ecco, un altro appello a essere più forti: della curiosità di chi ci aspettava ancora una volta al varco, di chi aveva dubbi sulla nostra fame e sulla nostra voglia di ripeterci ancora.
I numeri, come sempre, hanno parlato.
Ogni romanzo ha i momenti alti e quelli più bassi. Quelli complicati, in cui la macchina sembra non funzionare come dovrebbe. Per noi è stato l’inverno, a cavallo fra il 2019 e il 2020: qualche difficoltà, alcuni passaggi a vuoto, come a Riad, a Napoli o a Lione.
Essere più forti è esattamente questo: vivere il pericolo come un’opportunità di crescita, come ci insegna l'ideogramma cinese Weiji, che indica la parola “crisi” e che è composta da due caratteri.
危机
Pericolo e opportunità.
E allora, anche in questo caso, la Juve ha risposto nell’unico modo che conosce: sul campo. Dopo la Coppa Italia, e la voglia di sorridere strozzata in gola dai calci di rigore di Roma, ha inanellato una serie di vittorie e una quantità di gol incredibile. Con grinta e orgoglio, con forza ed esultanze. Con sudore e sorrisi ritrovati.
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Ma fermiamoci un attimo, siamo andati troppo avanti. Perché fra quelle partite d’inverno e questa pazza estate c’è qualcosa di cui non possiamo non parlare.
L’emergenza che ha colpito il mondo, l’Europa e l’Italia, lo sapete, ha toccato anche noi. Sono stati giorni irreali, di pausa forzata, di voglia di vedersi e di impossibilità a farlo, di abbracci trattenuti e vicinanza virtuale.
Sono stati giorni di bollettini medici, di positività o negatività al virus finora sconosciuto ma prepotentemente balzato in testa a qualsiasi notiziario per settimane.
Giorni di voglia di tornare.
Ma tornare non è facile, in una stagione prima sventrata e poi ricomposta, in luoghi, giorni e orari mai visti prima. Anche in questo caso siamo stati forti: abbiamo continuato a stare insieme, vi abbiamo fatto entrare in casa nostra e siamo entrati nelle vostre, abbiamo continuato a tenervi compagnia, a starvi vicino. Noi, con voi, e voi sempre presenti.
E poi la palla ha ricominciato a correre, e in un certo senso è come se non si fosse mai fermata.
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Più forti del silenzio
Vivere un passo avanti, Live Ahead.
Significa anche questo: ripartire, dopo qualcosa di mai visto, e avere la capacità di continuare a essere leader.
Non a caso, proprio dopo la ripresa abbiamo messo quel vantaggio, fra noi e gli avversari, che ci ha portato fino a oggi.
E ora siamo qui, alla fine di questa storia così inedita. Ma con un finale che, ancora una volta, è simile agli anni scorsi; simile, ma non uguale. Perché manca una parte, fondamentale.
Mancano gli applausi dell’Allianz Stadium, il boato di gioia del nostro pubblico, il fiato sospeso prima di un rigore o le lacrime per una giornata indimenticabile, mentre il nostro pensiero già corre avanti, alle nuove sfide che ci aspettano, cominciando fra pochi giorni, in Europa.
Sappiamo però che, presto o tardi, tutto questo ritornerà, che voi ritornerete.
Ed è per questo che dedichiamo a voi la nostra Nona Sinfonia.
Perché voi, con noi, siete stati più forti di tutto.
Stron9er.
Buona festa, Campioni d’Italia.
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