21 febbraio 2014
Tredici gol Immobile e 11 Cerci, leader anche negli assist. La coppia di attaccanti granata funziona decisamente e ha dato un’impronta nuova all’identità offensiva della squadra di Ventura. Nello scorso torneo, il Torino cercava soprattutto di costruire gioco per le qualità aeree di Rolando Bianchi. Oggi, invece, la tipologia più ricorrente dal punto di vista realizzativo è la ricerca della profondità, emblematicamente riassunta dallo spunto di Immobile a Verona su suggerimento di El Kaddouri, una soluzione già sperimentata con successo a Cagliari.
L’altra specialità dell’ex giocatore della Primavera juventina è l’azione personale. Due le reti significative in tal senso: la fuga per metà campo a Sassuolo, conclusa con un cucchiaio a tu per tu con il portiere e la rete a San Siro con il Milan, con dribbling in velocità e conclusione vincente dentro l’area.
Quanto a Cerci, sono cinque le reti realizzate dagli 11 metri, anche se il Torino non è immune agli errori dal dischetto, come attestano gli errori dell’attaccante della Nazionale contro l’Inter e quello di Immobile in Torino-Atalanta.
Infine, sulle palle inattive il più pericoloso è il centrale Glik: suoi i gol a Livorno da corner battuto da Cerci e quello che ha deciso Torino-Lazio sfruttando una punizione non controllata perfettamente da D’Ambrosio