21 marzo 2014
La gioia e il sorriso dei bambini mentre calciano un pallone. E’con questa immagine, essenza del gioco del calcio, che la Juventus ha voluto celebrare l' International Day for the Elimination of Racial Discrimination, la giornata internazionale per la lotta al razzismo. Oggi, infatti, il club ha invitato i bambini del progetto “Gioca Con Me”a Vinovo, dando loro l’opportunità di allenarsi allo Juventus Center, alla presenza del Direttore Sportivo del Settore Giovanile, Gianluca Pessotto, del Presidente del Centro Unesco di Torino, la professoressa Maria Paola Azzario Chiesa e di Marco Isnardi, manager di Juventus Soccer Schools.
«La Juventus - ha sottolineato Pessotto - ha voluto manifestare i propri sforzi nella lotta al razzismo dando l'opportunità ai bambini del progetto Gioca con Me di allenarsi oggi allo Juventus Center. Loro sono il futuro ed è giusto siano educati fin da piccoli a stare insieme, a divertirsi e ad avere rispetto di tutti. A questo è rivolto il nostro impegno».
Lo stesso impegno che Andrea Agnelli aveva testimoniato lo scorso 6 marzo nella sede centrale dell’UNESCO di Parigi, con la presentazione del progetto “Un calcio al razzismo –Gioca con me”. «L’Italia vive per la prima volta nella sua storia il fenomeno dell’immigrazione massiccia - aveva ricordato il Presidente - e in taluni momenti, e lo stadio talvolta è uno di questi, stenta a comprenderlo. La Juventus ha sentito il dovere di aiutare questa comprensione».
Il club è in prima fila nella lotta contro ogni discriminazione grazie al progetto Un calcio al Razzismo in collaborazione con il Centro Unesco di Torino, giunto alla sua quarte edizione, che prevede la consegna di due borse di a giovani tra i 18 e i 25 anni per aver compiuto significative a favore dell’integrazione e contro la discriminazione etnica.
“Gioca con me” è invece un’iniziativa lanciata nel 2012 che si rivolge ai più piccoli e che, grazie alla collaborazione di Juventus Soccer School e del Centro Unesco di Torino, permette a coloro che per motivi economici e sociali non potrebbero sostenere il costo dell’iscrizione, di seguire un programma triennale di allenamenti.
«I risultati acquisiti in due anni da questo progetto ci inorgogliscono – ha rimarcato Maria Paola Azzario Chiesa – ma ci devono anche rendere responsabili del fatto che la discriminazione si vince solo attraverso la profonda convinzione che tutti siamo uguali nonostante le differenze di razza, di sesso e di religione».
I bambini coinvolti da “Gioca con Me” sono di varie nazionalità: italiani, marocchini, peruviani, senegalesi, romeni, colombiani, egiziani... Ma queste distinzioni scompaiono di fronte alla passione per il calcio, che permette di confrontarsi con i coetanei e di condividere con loro un importante percorso di crescita. Ed è bello vederli correre, sorridere, giocare e mostrare l’un altro come si rispettano le regole, "perché nella Juventus ci insegnano così...".