16 aprile 2016
Otto medaglie olimpiche, portabandiera azzurra alle Olimpiadi di Atlanta, innumerevoli allori continentali e mondiali. Non vi basta? Una grande fede juventina.
Stiamo parlando di Giovanna Trillini, leggenda del fioretto italiano, che numerosi appassionati hanno potuto conoscere di persona questo pomeriggio nell’ambito de “Gli Incontri dei JMuseum”: «Sono stata felicissima di essere stata invitata per questo incontro – racconta Giovanna – perché, come tanti marchigiani come me, tifo da sempre Juventus. Domani sarò qui a sostenere i bianconeri contro il Palermo».
La campionessa del fioretto azzurro ha ricordato la sua visita a Vinovo, nel dicembre 2012: «Avevo chiesto di assistere un allenamento della Juve perché per me era un periodo particolare: avevo appena concluso la mia carriera agonistica e, in previsione di un impegno tecnico, volevo conoscere le metodologie di altri sport. Ho trovato similitiduni, sia nel gioco di gambe che negli esercizi di coordinazione, utili per tutte le discipline».
Giovanna ha raccontato anche i momenti più emozionante della sua carriera, come essere stata portabandiera alle Olimpiadi: «Per me è stata una soddisfazione pari ad avere vinto una medaglia: era una sorta di riconoscimento per quanto avevo fatto, e con tutti gli atleti stavo rappresentando il nostro Paese».
Come si concilia la vita sportiva di Giovanna con il suo essere juventina (nonché uno degli atleti che hanno donato un loro cimelio per la sezione #JSport) e seguire le sorti della Signora? «Se siamo qui a casa ci organizziamo in famiglia, all’estero si fa in modo di riucire a seguire in televisione, compatibilmente con gli orari».
Inevitabile infine la domanda: chi sono i fiorettisti bianconeri? «Indubbiamente Marchisio e Pogba».
E per concludere, anche Giovanna si è “sottoposta” a quela che ormai è una gradita consuetudine: la conseglia di una maglia bianconera. Il numero? Non poteva che essere questo.