12 novembre 2014
Ci sono momenti nella carriera di un allenatore che regalano emozioni intense, bellissime. Momenti fatti di vittorie e trofei, certamente, ma per un allenatore del Settore Giovanile sicuramente uno di questi è vedere uno dei propri ragazzi fare il suo esordio in Prima Squadra, davanti ad una platea di migliaia di persone.
Fabio Grosso questa sensazione l’ha provata al 37’ del secondo tempo di Juventus-Parma, quando Federico Mattiello – che lui stesso aveva allenato l’anno scorso – ha fatto il suo esordio nella massima serie calcistica nello scenario più prestigioso, ovvero entrando allo Juventus Stadium al posto di Claudio Marchisio.
«Ogni tanto lo incrocio nei corridoi di Vinovo e vedo nella sua faccia la felicità di aver raggiunto un obiettivo, ma anche la consapevolezza di essere all’inizio di un altro percorso», ha ricordato il tecnico della Primavera bianconera nel corso della sua intervista con il canale ufficiale bianconero, JTv.
«E’ un ragazzo che avevo l’anno scorso, vederlo calcare un palcoscenico così importante mi ha dato un’emozione forte che spero si ripeterà in futuro. Perché questo è il nostro obiettivo. Federico è stato bravo ad ottenere l’opportunità di allenarsi con grandi campioni, spesso gli ripetevo il fatto che l’opportunità sarebbe arrivata viste le sue qualità. Ma nel calcio devi essere bravo a sfruttarle con la consapevolezza che ne arriveranno delle altre, e quindi bisogna sempre dare il massimo perché il percorso è lungo e faticoso».
Nei corridoi che Grosso percorre tutti i giorni ci sono appesi ai muri le maglie degli esordienti in Prima Squadra provenienti dal Settore Giovanile. Facile immaginare come i suoi ragazzi le guardino e sognino di ripetere lo stesso percorso dei più grandi campioni bianconeri, e dello stesso Mattiello. «Sottolineo spesso loro il fatto che è importante doverlo e volerlo fare: per arrivare a certi obiettivi bisogna avere grande entusiasmo e determinazione in quello che si sta facendo, e voglia di voler superare ogni giorno gli step innanzi. Provo a spiegare ogni giorno quanto è importante avere questa passione per poter vedere anche loro un giorno le loro maglie appese alla parete»
Nel gruppo della Primavera sono presenti ragazzi di ogni nazionalità, a formare un insieme armonico e integrato a meraviglia. Questo – ricorda Grosso – è fondamentale per la crescita dei propri calciatori sia sul piano umano che su quello professionale.
«Lo sottolineo spesso e sono convinto di questo: la base è italiana, ed è determinante, ma il fatto di avere tante nazionalità in spogliatoio è una ricchezza per tutti. Si può e si deve prendere da tutti: nel confronto c’è la crescita migliore. L’interazione extra-calcistica è determinante per fare il salto di qualità».
Dopo lungo tour de force è arrivato anche in Primavera il momento di tirare il fiato per via della pausa del campionato. Ma il prossimo impegno è già il derby contro il Torino, in programma il prossimo 22 novembre e per il quale a Vinovo già fervono i preparativi: la stracittadina è infatti molto sentita anche a livello giovanile.
« Lo prepareremo come stiamo facendo ora», ha commentato Grosso, «Ovvero con la serenità di un gruppo che vuole crescere e ottenere qualcosa di importante in campionato. Davanti avremo una squadra che sta facendo bene in stagione. Veniamo da qualche passo falso soprattutto dal punto di vista del risultato, ma sono molto contento delle prestazioni che abbiamo fatto finora. Ovviamente c’è sempre da far meglio e da dover cercare di far meglio, a partire dalla partita di sabato contro il Torino. Dobbiamo continuare su questa strada, che secondo me è quella giusta, e provare a invertire la rotta dei risultati».
La Primavera è al momento settima nel proprio girone – guidato dalla Fiorentina, contro cui i ragazzi di Grosso hanno rimediato una sconfitta in Toscana – e reduce dall’insuccesso di Bologna. C’è da ricordare, però, come la rosa stia mantenendo un’età media bassa (’97) a differenza di altre squadre formate da ragazzi classe ‘96 e fuori quota. «Un pizzico si sente la differenza», ha aggiunto Grosso, « soprattutto per la prontezza di affrontare certe partite. Ma lo scoglio che vogliamo superare noi è quello di rendere ragazzi qualitativamente più forti anche se un poco più giovani rispetto a avversari qualitativamente un poco meno forti ma più pronti. Sapevamo che sarebbe stato un percorso un po’ difficile ma ci credo tantissimo, e sappiamo che riusciremo ad ottenere quello che tutti vogliamo».
«Ci sono anche tanti ragazzi da sotto che spingono, crescono hanno voglia di avere un’opportunità: mi auguro che il nostro percorso continui, cambiando un po’ la rotta dei risultati ma sono convinto che la strada dell’atteggiamento, personalità, coraggio e voglia di proporre gioco è quella giusta: in ogni cosa si può però fare sempre meglio e cercheremo di farlo».