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ICONA CALLING | A tu per tu con Bros'

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La Juventus sostiene la candidatura della cucina italiana come patrimonio dell'umanità e lo fa assieme a grandi icone della cucina italiana, ospiti e protagonisti in Legends Club in occasione dei match del campionato di Serie A.

In occasione della partita contro l’Atalanta disputata lo scorso 10 marzo, ospiti all’Allianz Stadium Floriano Pellegrino Jr e Isabella Potí fondatori della holding Pellegrino Brothers e proprietari di Bros’, ristorante del centro di Lecce votato all'avanguardia e radicato nel territorio che nel 2018 ha conquistato la prima stella Michelin nel Salento, e Bros’ Trattoria a Scorrano. Floriano e Isabella sono anche una coppia e per l’occasione sono arrivati a Torino con i loro due bambini: «Erano due anni che non facevamo un servizio assieme. Abbiamo voluto farlo in questo caso perché la Juventus è casa. La Juventus ci fa sempre sentire in famiglia e ci siamo detti andiamo tutti, portiamo anche i bimbi. Valeva doppio tutto questo perché stiamo ricominciando a fare gli eventi, vivere questa cosa insieme ci faceva enorme piacere».

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La passione per la Juventus

«Da juventino, - racconta Floriano, - essere qui è devastante. Siamo super contenti di essere qui, la maggior parte dei ragazzi che lavorano con noi sono juventini dunque siamo tutti su di giri. Io sono cresciuto a pane e Juve e quindi sono molto emozionato. Il nostro gruppo è molto vicino alla mentalità della Juventus. Amiamo il modo di fare le cose serie e mi rivedo moltissimo in questo».

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Il servizio all’Allianz Stadium

«Siamo abbastanza aggressivi a livello di gusto, questa volta abbiamo scelto di essere leggermente più morbidi. Il contesto è importante: abbiamo cercato di portare dei piatti sempre nostri, super attuali, che sono molto rappresentativi di quello che facciamo come il piatto “Timballo, anatra, vino spunto” che è il nostro signature dish. E poi c’è il piatto “Oliva, rucola”: a noi interessa far conoscere il gusto identificativo del nostro territorio, che poi è quello che ti deve spingere a venire a visitare il nostro ristorante». Il tutto in un orario “particolare” per un pasto: «Serviremo il primo nell’intervallo, il dolce prima… Ci saranno tanti fan dei Bros’ a mangiare e quindi per noi è come stare a casa, è bellissimo per il nostro modo di lavorare che punta all’internazionale. Tanti nostri clienti sono di Torino e così possono unire le loro passioni: Juventus e Bros’. La città che ci segue di più dopo Milano e Roma è Torino, quindi ci aspettavamo un po’ questo affetto».

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Il progetto Bros’ e il legame col territorio

«Il progetto nasce dalla nostra voglia di creare qualcosa che non fosse solamente un ristorante. Andiamo anche oltre, partiamo dalla relazione che abbiamo con i nostri ragazzi. Cerchiamo di essere coerenti e abbiamo chiara la visione di come vogliamo siano le cose. Non tutti possono giocare alla Juve, come non tutti possono giocare da Bros’. Essere forti, avere ideali da portare avanti è bellissimo. Devi credere nel processo, io, - afferma Floriano, - non ho una parte preferita della mia vita. Il processo mi ha portato a essere prima un giocatore di rugby e ora un “coach” della brigata, non bisogna avere paura di spostarsi ma quella di restare nella comfort zone. L’importante è avere l’obiettivo chiaro: se cadi ti rialzi e sai perché lo fai, non ho sbagliato, ho avuto un’opportunità per diventare più bravo. La rivoluzione, la forza parte da noi stessi. Noi ai nostri clienti quando li salutiamo diciamo sempre: “Grazie per aver investito tempo e soldi in quello che facciamo”. Ci emozioniamo come fosse il primo giorno, questa è una cosa che non dobbiamo perdere mai».

E poi la connessione col territorio: «Tanto collegamento con il nostro territorio nel gusto, anche tecnicamente. Molti gusti: amaro, acido, rancido. E poi i macrogusti: salmastro, affumicato. Tante piccole sfumature che poi fanno l’identità del nostro territorio e rende unico quello che facciamo con Bros’. Abbiamo lavorato tanto a livello nazionale ma anche internazionale. Quindi ci sentiamo di far parte della nuova generazione mondiale, rappresentiamo l’Italia che è molto forte gastronomicamente. Noi siamo dei capofila di questa nuova generazione che avanza».

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Lo sport nel sangue

«Molta della nostra attitudine è collegata allo sport, io, - descrive Floriano, - sono quello che sono grazie al rugby: ordine, disciplina. Ero un’ala, l’idea di cadere a terra e rialzarsi, di passare la palla indietro per andare avanti, fare la meta insieme: bellissimo. Passare queste cose ai ragazzi, avere l’idea di team… L’approccio che abbiamo è molto simile allo sport, di alto livello. Non si è mai troppi piccoli per fare le cose seriamente: umiltà sempre, anche quando pensi di essere forte. Da quante persone è composto il nostro team? In alta stagione siamo una quarantina fra i due ristoranti, poi abbiamo un ufficio marketing e comunicazione e anche una squadra di rugby».

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