02 maggio 2014
Nonostante i bianconeri abbiano mantenuto la loro imbattibilità in casa, che dura ormai da 28 gare ufficiali (23 successi, cinque pareggi), per la prima volta da 25 partite non sono riusciti a segnare allo Stadium. Serviva un gol per qualificarsi, e il gol non è arrivato: alla finale di Europa League accede il Benfica, nonostante i numeri del match indichino una profonda disparità in quanto a mole di occasioni create e distribuzione di gioco.
Gli uomini di Conte hanno tirato ben 19 volte durante tutta la gara, indirizzando sette conclusioni nello specchio di Oblak. I lusitani invece hanno effettuato solo un tiro nello specchio, a fronte di quattro totali.
Il possesso palla della Juve è stato del 63%, il più alto per i bianconeri in questa stagione nelle coppe europee: i bianconeri hanno vinto il 60% di duelli in campo, battuto più tiri d’angolo (9 contro 2 per il Benfica), effettuato un totale di passaggi nettamente superiore rispetto ai campioni di Portogallo (554 contro 320) e quasi il triplo dei cross (29 contro 10), ma tutto questo non è bastato ad avere la meglio sugli ospiti. Individualmente, Pirlo è stato l’uomo più pericoloso della Juve, con i suoi due tiri nello specchio e uno fuori; dai suoi piedi sono passati 73 passaggi, 11 lanci positivi, quattro cross e quattro occasioni. Arturo Vidal invece ha vinto il maggior numero di contrasti (3) ed effettuato, come il compagno di reparto, quattro cross verso il centro dell’area. Chiellini invece è stato il bianconero che ha recuperato più palloni nel corso dell’incontro (ben 12).
La Juventus ha inoltre mantenuto molto alta la linea difensiva (31.5m) e alto il baricentro (54.3m), a fronte di quello, bassissimo, dei lusitani (44.6m), più interessati – come ieri ha detto Bonucci – a difendere il risultato maturato all’Estadio Da Luz.
Clattenburg, infine, ha estratto tre cartellini rossi (uno all’indirizzo di Mirko Vucinic): record negativo in una partita di Europa League in questa stagione.