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La colazione coi tifosi del Campione d’Italia

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La colazione coi tifosi del Campione d’Italia
La colazione coi tifosi del Campione d’Italia
La colazione coi tifosi del Campione d’Italia

Ore 10. Giorgione si siede puntualissimo davanti alla telecamera e saluta i quattro tifosi bianconeri (alcuni di questi con piccoli fan bianconeri al seguito, i loro figli), sollevando la tazza piena di latte: tra un biscotto e l’altro, per una buona mezz’ora, il campione d’Italia ha risposto a tutte le loro domande sulla Vecchia Signora, in quella che è risultata essere una conversazione mattutina davvero piacevole.

E’ iniziata così la seconda Colazione col Campione, nelle parole del fresco vincitore del terzo campionato consecutivo, “sicuramente più rilassata rispetto alla chiacchierata di febbraio,” quando la Juventus era in piena lotta per il titolo, sebbene saldamente in testa al campionato.

Ora che lo scudetto è arrivato, i quattro tifosi bianconeri vincitori del concorso “Baloccco ti invita alla colazione col Campione” hanno potuto rivolgere al fuoriclasse bianconero la domanda tanto attesa: come ci si sente ad aver vinto il tricolore per l’ennesima volta.

«Lo scudetto era un nostro grande obiettivo di inizio stagione. Era difficile ma ci tenevamo tanto: riuscire a vincere una stagione così esaltante con numeri da record – e speriamo di tagliare altri traguardi, da qui alla fine – dà una grande soddisfazione».

Questa la risposta di Giorgio Chiellini, che in Google Hangout ha conversato per mezz’ora con Vittoria, studentessa di giurisprudenza di Torino; Sabrina, segretaria della provincia di Milano, con i due piccoli figli (rigorosamente bianconeri) al seguito; Nicola, fotografo della provincia di Taranto e Mirocle, studente di ingegneria ambientale al Politecnico di Milano.

Quando hai capito che lo scudetto era vinto, è stata la successiva domanda di Sabrina. «Siamo stati bravi a non crederlo troppo presto», ha prontamente ribattuto Giorgione. «Ce lo avevano assegnato uno o forse due mesi fa, ma sapevamo che la Roma poteva vincerle ancora tutte. Fondamentale forse è stato il passaggio di Genova, con il gol all’ultimo minuto di Pirlo, e forse anche quella di Udine, una delle ultime occasioni in cui i nostri avversari speravano potessimo perdere punti».

Così non è stato, ed il resto è storia. Alla domanda di Nicola sul momento più bello di questa esaltante cavalcata, il centrale bianconero ha confessato che «è stato la vittoria con la Roma: erano a 5 punti e non avevano mai perso, erano convinti di venire a Torino a fare punti ed è finita invece con un risultato schiacciante. L’abbiamo voluta a tutti i costi».

A Mirocle, che ha chiesto di scegliere una partita delle oltre trecento con questa maglia, Chiellini ha risposto: «Se dovessi sceglierne una, direi la vittoria a Madrid nell’anno di Ranieri, quando all’andata e al ritorno abbiamo vinto due volte». Poi Giorgio ha rilanciato, menzionando la vittoria contro il Cagliari a Trieste, «a coronamento di una stagione di imbattuti: neanche i sognatori potevano sperare in un campionato così all’inizio di quella stagione».

Sono arrivate ovviamente le domande “da universitari a universitario”, visto che la roccia della Juventus è impegnato anche sul fronte accademico. «I momenti in cui studio meglio sono quelli del ritiro», ha risposto a chi gli chiedeva un suggerimento su come conciliare gli impegni sportivi con quelli di studio. «Rimane un modo per svagarmi e non pensare alle partite. Lo vivo come un hobby lo faccio con i miei tempi e senza fretta, è una soddisfazione e una sfida con me stesso».

Dopo aver confessato che se non avesse fatto il calciatore, avrebbe probabilmente seguito le orme del padre studiando medicina, un pensiero è volato anche al prossimo Mondiale in Brasile, che Giorgio spera di vivere da protagonista assieme ai suoi compagni di reparto in bianconero: «Conoscerci aiuta: in campo a volte non hai neanche bisogno di guardare il tuo compagno, sai già dove sono. Io Andrea e Leo ci conosciamo davvero a memoria, può essere vantaggio e un aiuto per Prandelli» in quella che il difensore ha definito “una grande avventura”. Chiellini ha commentato inoltre alcuni dei suoi gol più belli, come quello nel derby del marzo 2009, e quello dell’anno scorso contro il Napoli: «contro il Torino fu un gol particolare: era decisivo, mancavano meno di dieci minuti. Un'altra rete importante è stata quella con il Napoli, con cui ho segnato tanto: lì hanno capito che non ci avrebbero più ripreso. Quello più strano forse è stato in contropiede, in Supercoppa. Ma personalmente preferisco salvarli i gol, non farli»; e ha rivelato come trova la concentrazione prima della partite: «Comincio a ripassare dentro di me le situazioni che mi aspetteranno, i movimenti da fare e degli attaccanti che ti possono mettere in difficoltà. Poi quando sei in campo aspetti il via, ti isoli completamente e poi inizia.. e spesso non ti rendi neanche conto di cori, coreografia e striscioni»

«La concentrazione è fondamentale, e ogni persona la trova a modo suo. In pullman ascolto sempre della musica e quando arrivo in spogliatoio mi piace cominciare a confrontarmi con gli altri, ripassare la partita con gli altri. E’ il mio modo di entrare nel match. Tanti compagni invece stanno con le cuffie negli spogliatoi e si isolano. E’ un po’ come all’università: manca solo il libro ma alla fine è lo stesso, cerchiamo di prepararci sempre al massimo».

Su queste note si è infine chiusa la ‘gustosa’ chiacchierata, con i saluti di rito e l’augurio di tornare prestissimo a commentare, per colazione, altri splendidi trionfi personali e di squadra.

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