12 luglio 2016
«Ora che sono qui ho capito perché, da avversario, fosse tanto difficile stare davanti alla Juve». Già, certe esperienze valgono più di mille parole e ora che Miralem Pjanic ha toccato con mano la realtà bianconera, non solo ne è rimasto stregato, ma l'ha fatta sua, assorbendo immediatamente la filosofia del club: «Sono a disposizione della squadra per raggiungere grandi obiettivi e – sottolinea il centrocampista durante la conferenza stampa di presentazione tenuta allo Stadium - Una società come la Juve vorrà sempre vincere con qualunque avversario e in qualsiasi competizione. Conquistare il sesto scudetto di fila sarebbe una bella cosa, che riscriverebbe la storia e spero di dare il mio contributo».
L'arrivo del bosniaco rafforza ulteriormente un centrocampo già di primo livello e aumenta il tasso tecnico della rosa: «Ho ricevuto tanti messaggi di benvenuto fin dall'inizio e tutti mi hanno subito fatto capire di essere arrivato in un gruppo unito, alla quale potrò dare una mano. Il calcio è un gioco di squadra e solo se questa gira bene si riesce a dare il meglio. Io cercherò di mettermi al servizio dei compagni, poi il talento di ognuno uscirà fuori. Qui ci sono tante ottime individualità, ma la Juve ha dimostrato in questi anni che è con lo spirito del gruppo che si riesce a raggiungere gli obiettivi, perché la squadra è molto più importante del singolo. Non temo la concorrenza, sono qui per dare una mano. Cercherò di giocare il più possibile, ma sarà il campo a decidere».
Il talento di Pjanic ha scatenato, fin dai suoi primi giorni in bianconero, paragoni impegnativi, come quello con Pirlo: «Mi lusinga, ma credo che il nostro gioco sia un po' diverso – sottolinea Miralem – Pirlo è stato il più forte centrocampista della serie A, dimostrandosi eccezionale ovunque abbia giocato. Io mi auguro di fare altrettanto bene».
Con il Maestro, Pjanic condivide senz'altro il talento sulle punizioni: «Ho lavorato con uno specialista come Juninho a Lione, ma ogni calciatore ha una tecnica diversa. Io sto perfezionando la mia, cercando di essere il più pericoloso possibile, perché a volte le partite si decidono con i calci piazzati. La Juve ha anche altri giocatori che tirano bene e si deciderà volta per volta chi andrà a battere».Inevitabile la domanda su come immagina il suo ritorno all'Olimpico, quando il calendario proporrà Roma-Juve: «Sarò contento, perché lì ho trascorso cinque anni bellissimi, per me sarà una partita speciale. Non è stato facile andare via da Roma e sarebbe stato lo stesso in qualsiasi squadra fossi andato, ma sono convinto di essere arrivato in quella giusta»
Infine, ecco svelto il suo numero di maglia: «Lo scorso anno avevo il 15, ma qui è già preso - conclude Miralem – Quindi avrò il 5. Il mio idolo Zidane lo ha portato in carriera e sarò felice di fare altrettanto»