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La legge dello Stadium

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Juve-Chievo è durata sette minuti. Quelli che, in avvio di ripresa, sono passati dalla sfortunata autorete di Caceres al gol del 3-1 di Llorente. Solo in quel breve lasso di tempo c'è stata partita, mentre il resto del pomeriggio è stato un lungo dominio bianconero. Non esaltante, né particolarmente spettacolare, ma, senz'altro nettissimo e concluso con la dodicesima vittoria su dodici gare casalinghe. La nona con almeno tre gol all'attivo.

Fin dal calcio d'inizio la Juve fa girare il pallone cercando di bucare i gialloblu, arroccati con un rigido 5-3-2 nella propria metà campo. Riuscirci è dura, perché le linee dei veronesi sono strette e al limite dell'area c'è un traffico è da ora di punta. A forza di insistere però le conclusioni arrivano e anche se quelle di Llorente e Pirlo sono troppo alte per dare noia ad Agazzi, la sensazione è che perché il gol arrivi sia solo una questione di tempo.

Neanche troppo in effetti: basta aspettare il 17' per vedere Asamoah partire dalla trequarti, scambiare stretto con Llorente al limite, sterzare bruscamente e piazzare un sinistro imprendibile nell'angolino.

Dodici minuti di ordinaria amministrazione e arriva il raddoppio: Vidal viene steso da Frey ai trenta metri e Pirlo decide che la distanza non è eccessiva per calciare direttamente in porta. Il suo destro al veleno rimbalza davanti ad Agazzi, che respinge come può. Marchisio è un fulmine, arriva per primo sul pallone e deve solo toccare nella posta sguarnita.

Quando il primo tempo si chiude sul 2-0, neanche l'indiscussa superiorità bianconera impedisce di pensare ad una settimana fa. Appena inizia la ripresa i timori di rivivere un'altra Verona si fanno più consistenti notando il diverso atteggiamento del Chievo, rivitalizzato dall'ingresso di Pellisier e, soprattutto, vedendo il rinvio di Lichtsteiner rimbalzare sulla schiena di Caceres, superare Buffon e terminare in rete.

Il gol gialloblu sconsiglia prudenza, anche perché poco dopo proprio Pellissier si libera a centro area e solo la scivolata di Bonucci evita il peggio. A questo punti la Juve decide che può bastare così e l'incornata di Llorente su angolo di Pirlo scaccia i fantasmi.

Sono però passati appena tredici minuti e la partita è tutt'altro che finita. Il Chievo non si arrende, ma, passata la paura, i bianconeri tornano a difendersi con ordine e hanno più spazi da sfruttare per chiudere la gara. Conte ci prova inserendo Osvaldo e Tevez per Llorente e Giovinco. Il Chievo capisce che non ci saranno altri regali e la Juve può controllare gioco e cronometro e, nonostante il risultato sia ormai al sicuro, l'insistenza con cui cerca il quarto gol anche nei minuti di recupero è un segnale chiarissimo: non ci saranno altre Verona.

JUVENTUS-CHIEVO 3-1

RETI: Asamoah 17' pt, Marchisio 29' pt, 6' st Caceres (aut.), 13' st Llorente

JUVENTUS Buffon; Caceres, Bonucci, Ogbonna; Lichsteiner, Vidal (40' st Padoin), Pirlo, Marchisio, Asamoah; Giovinco (26' st Tevez), Llorente (26' st Osvaldo). A disposizione: Storari, Rubinho, Peluso, Isla, Pogba, Osvaldo, Quagliarella, Tevez. Allenatore: Conte

CHIEVO Agazzi; Frey, Canini, Bernardini; Sardo, Guana, Radovanovic, Hetemaj, Dramè (18' st Rubin); Stoian (1' st Pellissier), Thereau (33' st Obinna). A disposizione: Puggioni, Claiton, Squizzi, Mbaye, Bentivoglio, Kupisz, Lazarevic, Paloschi. Allenatore: Corini

ARBITRO: Valeri ASSISTENTI: Di Fiore, Paganessi QUARTO UFFICIALE: Iori ARBITRI D'AREA: Doveri, Di Paolo

AMMONITI: 4' pt Guana, 14' pt Pirlo, 23' pt Llorente, 28' pt Frey, 26' st Giovinco

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