20 dicembre 2013
Ancora un piccolo sforzo. Gli ultimi 90 minuti a Bergamo contro l’Atalanta e per la Juventus si chiuderà un altro anno solare ricco di soddisfazioni. Un 2013 che andrà in archivio con uno Scudetto, una Supercoppa Italiana e, indipendentemente dall’esito delle gare del weekend, con i bianconeri ancora in testa al campionato.
A fare il bilancio dell’anno che ci sta per lasciare ci ha pensato Claudio Marchisio, l’ospite speciale della puntata di Filo Diretto su Jtv. Il “Principino” («è un soprannome che mi diede Balzaretti nel 2006» è una delle curiosità confessate da Claudio) ha risposto alle tante curiosità di Cristina Chiabotto e dei tifosi bianconeri.
A partire proprio dal consuntivo del 2013. «Si chiuderà nel migliore dei modi, al primo posto. Quest’anno c’è un avversario diverso che vuole scalzarci e sappiamo che non è facile stare a questi livelli, ma non vogliamo smettere di vincere. Dobbiamo proseguire il cammino iniziato due anni e mezzo fa. Il primo anno siamo stati una sorpresa per tutti, ma è stata una cavalcata incredibile e indimenticabile, fatta nel nuovo stadio. Nel secondo c’è stato il cambio di passo, siamo maturati e cresciuti e il successo non è mai stato in discussione. Ora ci riproviamo sapendo che vincere un terzo Scudetto di fila ci farebbe entrare nella storia della Juve».
Vincere sarà quindi l’obiettivo anche per il 2014 che inizia. In Italia, innanzitutto. Ma anche provare ad arrivare in fondo in Europa League con una finale che sarà di scena proprio allo Juventus Stadium. «Ci sono tanti obiettivi da rincorrere, con la Juve e con la Nazionale. Ho visto il calendario e ci aspettano sei mesi intensi e personalmente credo che saranno decisivi i primi del 2014, quando noi avremo tanti scontri diretti. Per questo è fondamentale caricare le pile e arrivare subito carichi dopo la sosta. L’Europa League? Sappiamo della finale in casa e vogliamo provare ad arrivarci, sapendo che non sarà facile vista la presenza di tante squadre importanti, che hanno fatto bene».
Mesi fondamentali da giocare al massimo da una Juve che non è ancora stanca di vincere. Mesi in cui c’è un bianconero che vuole tornare su suoi livelli eccelsi. Proprio Marchisio: «A causa dell’infortunio che mi ha condizionato l’inizio di stagione, non sono contento di come ho finito quest’anno. Per questo mi auguro un 2014 ancora migliore. Il gol non mi manca più di tanto, io non sono un attaccante che vive per segnare. Negli ultimi due anni ne ho fatti più di 20 e questo risalta, ma non è un’ossessione. Conta più la squadra che il singolo».
Parole da vero juventino. Da uno che i colori bianconeri li indossa da quando era bambino. E non solo su un campo da calcio. «Ricordo ancora la finale Intercontinentale del 1996, quando litigai con i miei genitori per stare a casa da scuola per guardare la partita, fu una gioia immensa. Gli anni del Settore Giovanili sono stati importanti, ho ricevuto tanti consigli e insegnamenti. Non è un caso che tanti ragazzi usciti dal vivaio sono arrivati a grandi livelli. In questi anni in Prima Squadra sono aumentate le responsabilità, nei confronti della gente e anche dei nuovi compagni. Io qui sto bene e non ho intenzione di cambiare, voglio rimanere alla Juve più a lungo possibile».