26 novembre 2014
Una prestazione maiuscola che è valsa gli elogi del mister (“un giocatore di livello mondiale”) e di tutti i tifosi bianconeri: quelli che allo Swedbank Stadion gli hanno tributato una lunga ovazione al momento dell’uscita e quelli che, online, lo hanno indicato a migliaia come man of the match.
«Il fatto di giocare più partite davanti alla difesa, guardando Andrea, mi ha fatto imparare qualcosa», sono state le sue prime parole, sempre intrise di grande umiltà, a fine gara. «Abbiamo raggiunto un obiettivo importante, che ci prepara nel migliore dei modi ad affrontare l’Atletico. Con il secondo posto e due risultati su tre e non dobbiamo sbagliare l’approccio alla prossima partita».
A chi gli fa notare come ultimamente i secondi tempi bianconeri siano stati migliori dei primi, il Principino risponde così: «Dipende dalla serata, dalla testa, da chi si incontra, dal campo… abbiamo girato a vuoto nei primi minuti, poi la qualità e il ritmo hanno fatto la differenza».
Lui non si cruccia per il gol non arrivato nonostante i mille tentativi: la porta sembrava quasi stregata, questa sera, ogni qual volta concludeva Marchisio.
«Olsen ha fatto una grande parata in occasione del’ultimo tiro del primo tempo, ma le altre due sono un errore mio. Ho pensato a calciare guardando il campo e non guardando il portiere, non potendo così angolarla meglio».
I compagni, c’è da dire, hanno favorito i suoi inserimenti, mandandolo al tiro in più di un’occasione. «Sono movimenti che proviamo spesso, in cui Carlos porta via uomo. Questa sera i centrocampisti sono stati attenti sulle seconde palle, e noi siamo stati bravi a giocare in fretta quei palloni. Nel secondo tempo ci siamo riusciti con più intensità», ha concluso il Principino, «e nel secondo tempo abbiamo trovato più spazi».