13 settembre 2014
Un gol determinante, il quinto in quest’anno solare, tanti chilometri macinati lì in mezzo e l’ennesima prestazione monumentale. Dopo aver meritatamente festeggiato con i compagni di squadra, raccogliendo la prima standing ovation della stagione, il numero otto bianconero si è presentato ai microfoni dei giornalisti in mixed zone per rispondere alle domande su questa prima vittoria interna dell’anno.
«Come ho ribadito più volte, non gioco alla Pirlo», ha puntualizzato subito Marchisio, che non ha risparmiato elogi al compagno di reparto al momento infortunato. «Andrea non si può clonare, e ha caratteristiche talmente uniche che chiunque lo sostituisca cerca di farlo nella sua maniera. Da lui si impara ogni giorno, in allenamento».
«Da mezzala mi sono sempre trovato meglio, hai più opportunità di inserimento e di andare al gol, ma in certe partite in cui siamo riusciti a chiudere gli avversari anche davanti alla difesa hai più spazi e puoi inserirti. Tocchi più palloni e corri un sacco, i km sono magari uguali ma cambia totalmente il modo di correre».
Definito la nuova bandiera bianconera, lui con la solita umiltà che lo contraddistingue ha risposto: «Non lo so. So solo che segnare è sempre una gioia grandissima, soprattutto nel nostro stadio e davanti ai nostri tifosi. Passano gli anni, colleziono sempre più presenze con questa maglia, e spero possano essere ancora di più, e corredate da sempre più trofei».
La pratica Udinese è stata archiviata con successo, ma non sono mancate in campo le difficoltà, che i bianconeri hanno saputo affrontare e superare con un misto di esperienza, grinta e applicazione. «E’ importante partire bene in questo campionato, non è mai facile, soprattutto dopo 3 anni in cui si vince lo scudetto. Le squadre cercano di metterci più in difficoltà, così come ha fatto l’Udinese, che poteva essere insidiosa nei contropiedi. Ma siamo stati concentrati fino all’ultimo».
L’ultimo pensiero è per Coman, che per la prima volta ha sentito il brivido sulla pelle dato dallo Juventus Stadium. «Coman è molto giovane: quello che mi impressiona di più è la sua rapidità e velocità. Potrà fare la differenza»