08 aprile 2014
Definire una chiacchierata tra amici una Lectio Magistralis tenuta in un'Aula Magna può sembrare irriverente, ma difficilmente si potrebbe trovare un'espressione più appropriata per l'incontro tra Giuseppe Marotta e gli studenti dell'Università dell'Insubria a Varese.
L'amministratore delegato bianconero è tornato nei luoghi della sua infanzia, dove è cresciuto e ha mosso i primi passi lungo la strada che lo ha portato ai vertici del calcio italiano. Ed è qui che ha imparato a conoscere e ad amare lo sport e il calcio, «grande palestra di vita - ha esordito di fronte alla platea, composta dagli studenti della Facoltà di Scienze della Comunicazione - Quando si è in una squadra si fa parte di una comunità e bisogna rispettarne le regole. E poi è fondamentale lo spirito di sacrificio, senza il quale i risultati non arrivano».
«Oggi abbiamo un buon margine di vantaggio – ha proseguito Marotta, facendo un inevitabile riferimento al campionato in corso - Lo abbiamo consolidato con un cammino straordinario, ma ci sono ancora 18 punti a disposizione e il campionato non è chiuso. Sono tre stagioni che facciamo “la lepre” e questo comporta un logorio notevole, ma grazie ad un condottiero come Conte siamo riusciti a mantenerci ai vertici e cercheremo di rimanerci ancora. I 31 gol della coppia Tevez-Llorente? Sono due giocatori molto importanti per noi e credo meritino entrambi di andare la Mondiale».
Tantissimi i temi toccati: dall'involuzione del calcio italiano, all'importanza della costruzione di stadio di proprietà per generare maggiori introiti e risollevare tutto il movimento: «Lo Juventus Stadium è l'esempio da seguire: la maggior parte degli stadi italiani sono cattedrali nel deserto, utilizzati solo durante le partite. Il nostro stadio invece vive quotidianamente e nei giorni di gara accoglie gli spettatori non solo per la partita, ma per vivere tante ore di svago insieme».
Lo Stadium, ma non solo: la Juve è all'avanguardia anche grazie al JCollege e non potrebbe esserci un luogo più adatto di un'aula universitaria per parlarne: «I dirigenti hanno anche una responsabilità sociale verso i ragazzi delle Giovanili. La loro speranza è diventare professionisti, ma il calcio italiano lo consentirà solo a tre su cento. Abbiamo quindi voluto creare, per primi in Italia, un nostro liceo, per far convivere l'attività sportiva con quella scolastica e accompagnare i nostri calciatori verso il diploma».
Dai ragazzi che sognano un futuro nel calcio, ai più grandi campioni di sempre: «Per me sono stati Pelé e Maradona – spiega Marotta – mentre come allenatore dico Ferguson, non solo per quello che ha vinto, ma perché ha attraversato un'intera epoca, rimanendo sempre ai vertici».
Infine un consiglio agli studenti: «La saggezza nasce dall'esperienza e l'esperienza nasce dagli errori. Prima si sbaglia, prima si impara. Le competenze sono naturalmente importanti, ma quello che più conta sono i valori umani, le motivazioni, l'umiltà e la voglia di migliorarsi sempre. Credo siano questi i segreti del successo».