19 dicembre 2016
«La Juve è un modello di riferimento, con una proprietà forte, un palmarès di successi, una struttura importante basata sulle competenze e un Presidente che conosce l’ambiente dello spogliatoio fin da giovane, che rispecchia in modo evidente la proprietà e che ha saputo dare le giuste deleghe e le autonomie ai dirigenti».
Spiega così il segreto del successo bianconero l’amministratore delegato della Juve, Giuseppe Marotta, intervistato questa mattina da Radio Anch’io. E aggiunge: «Quando sono arrivato qui, sebbene avessi un’esperienza trentennale di calcio, ho percepito subito qualcosa di diverso, che è quella grande voglia di vincere, un misto di serietà e ambizione, che si trasmette a quello che poi è la locomotiva trainante del sistema, la squadra».
Lo sguardo si sposta poi ai prossimi obiettivi: «Il Sesto Scudetto? Lo stesso Presidente lo ha definito qualcosa di leggendario. Sarebbe un traguardo unico, la concretizzazione di quello che qualche anno fa era un sogno, e che appunto, adesso, ha tutti i presupposti per diventare realtà».
«Comunque i successi non sono mai scontati – continua – ma sono frutto di lavori eccellenti portati avanti da anni. Per esempio quello che sta facendo il nostro allenatore, che risponde pienamente a quello che deve essere il profilo di un tecnico moderno, bravo anche e soprattutto a gestire il gruppo, i rapporti con i giocatori, attraverso il dialogo e la capacità di utilizzare al massimo tutti, al momento opportuno».
Fra pochi giorni, c’è un’altra Coppa da provare a vincere, la Supercoppa Italiana contro il Milan a Doha: «I rossoneri sono giovani, spensierati, e proprio nel loro momento di passaggio societario stanno dando il massimo. È un Milan diverso da quello degli anni ’90, ma sta operando molto bene soprattutto nella logica di valorizzare i suoi talenti».
E poi c’è la Champions League: «Un obiettivo stimolante, ma non va mai dimenticato che, mentre in Campionato vince la più forte, in Europa ci sono tanti elementi da tenere in considerazione, come sorteggi, infortuni, addirittura le condizioni climatiche».
La Juve, però, ha dalla sua una rosa di primissima qualità: «Vista la direzione che ha preso il calcio moderno, con carichi di lavoro sempre più grandi e agende sempre più fitte, noi lavoriamo per avere in ogni ruolo almeno due “co-titolari”. E poi per noi è fondamentale uno “zoccolo duro” di italiani, che rende più semplice l’apprendimento e la diffusione nel gruppo dei valori che sono alla base della storia della Juventus».