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Maurizio Scanavino a “Goal Economy”

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Maurizio Scanavino a “Goal Economy”
Maurizio Scanavino a “Goal Economy”
Maurizio Scanavino a “Goal Economy”

L’amministratore delegato della Juventus, Maurizio Scanavino, è stato protagonista di una lunga chiacchierata, ospitata dalla radio ufficiale della Serie A, con il giornalista Marco Bellinazzo.

Ecco un estratto delle sue parole.

PARLIAMO DI CALCIO E MEDIA

«Calcio ed editoria sono due mondi affascinanti, in cui è fondamentale la passione; ci sono competenze molto specifiche che richiedono un'organizzazione, in cui i protagonisti sono coloro che permettono che le attività vengano realizzate. Vedo parecchie affinità fra i due mondi: la Juventus è una società che ha una parte corporate e una parte sportiva, che molto spesso sono in relazione fra di loro, e in cui il fattore umano è molto importante. E poi c’è il modello di business calcistico, che è sempre più legato al mondo dei media, allo sviluppo e ai meccanismi di monetizzazione del digitale».

IL MOMENTO FINANZIARIO DELLA JUVENTUS

«Come abbiamo rappresentato nella recente assemblea degli azionisti, la perdita della stagione appena conclusa è vicina ai 200 milioni di Euro. Però, se andiamo ad analizzare i numeri nel dettaglio, tra i mancati ricavi derivanti dalla non partecipazione alle competizioni europee e oneri straordinari, gran parte della nostra perdita non è legata alla gestione ordinaria. Quindi, come dicevo anche in assemblea, la perdita reale di quest'anno va considerata intorno ai 70 milioni di Euro, con un recupero di oltre il 50% rispetto all'anno precedente. Vediamo una traiettoria molto buona anche per il futuro: chiaramente, ci sono ancora alcuni elementi di imprevedibilità legati alle performance sportive, ma l'obiettivo principale è mantenere il giusto equilibrio tra la sostenibilità e la competitività. Noi venivamo anche da una situazione particolare in cui la somma delle due voci, stipendi e ammortamenti, era particolarmente elevata. In prospettiva vogliamo continuare a dare garanzie di grande competitività ed essere il club con il budget più alto da investire nella parte sportiva: poi, ovviamente, bisogna fare le scelte giuste, il mercato corretto e vincere le partite, e ci vuole anche un po’ di fortuna, però le basi ci sono e la nostra non è certo una strategia al ribasso».

NESSUN RIDIMENSIONAMENTO

«Siamo in un momento, nel calcio mondiale, in cui ci sono differenze con club che fatturano tantissimo, e questo ha creato un fenomeno di sproporzione e inflazione del costo dei giocatori. Io credo che oltre a un certo limite non sia sano andare, anche perché il calcio è un gioco di squadra, in cui sicuramente il campione fa la differenza, ma in cui ci sono anche tanti altri elementi da considerare. Per questo, con Giuntoli e Thiago Motta, stiamo lavorando per avere una squadra con tanti giocatori forti, senza escludere ovviamente anche la presenza di fuoriclasse, che possano fare la differenza»

NUOVE STRADE ED ESEMPI VIRTUOSI

«Se si trovasse una soluzione per il salary cap, sarebbe un qualcosa di virtuoso per tutte le squadre, aumenterebbe la competitività»

COME AUMENTARE IL BUDGET DEL CLUB

«Io ho trovato una situazione molto positiva dal punto di vista di infrastrutture, asset, brand e merchandising. Per esempio lo stadio: che nella scorsa stagione abbiamo fatto il record di incassi al netto delle competizioni europee e quest’anno puntiamo al record storico. Per noi è un asset fondamentale, con un livello di hospitality fantastico e per il futuro abbiamo tante idee per migliorare l’esperienza dei tifosi.

E poi non va dimenticato il lavoro sul brand, sul merchandising, sulla comunicazione e sui social media: il progetto Juventus Creator Lab è un vero e proprio laboratorio di creazione di contenuti digitali, prodotti quotidiani per i social, ma anche serie originali.

Abbiamo quasi raggiunto la cifra di 200 milioni di followers in tutto il mondo e posizionato Juventus come il primo brand italiano come seguito sui social media. Si tratta di uno strumento molto potente per la comunicazione di Juventus, dei suoi valori, delle sue prestazioni sportive, che già oggi sta dando valore al ritorno dell'investimento degli sponsor, ma che diventerà anche un elemento di monetizzazione attraverso le dinamiche proprie del mondo digitale».

LA FIFA CLUB WORLD CUP

«Riteniamo che sia un'opportunità molto positiva per il club e anche per i giocatori per fare esperienza e avere una vetrina mondiale, un momento di grande visibilità che Juventus può avere in tutto il mondo. E poi ovviamente si tratta di una competizione che porta con sé un monte ricavi per il quale siamo in una trattativa serrata, insieme alle altre squadre dell'ECA, e ormai dovremmo essere a buon punto. Noi abbiamo un'idea a riguardo e speriamo di essere stati conservativi».

LO SPONSOR DI MAGLIA

«Abbiamo diverse trattative in corso, quindi immaginiamo che per la fine della stagione al più tardi avremo lo sponsor di maglia, e sicuramente il fatto di partecipare ad una competizione come il Mondiale per Club è un elemento in più, non solo per questa stagione, ma ripetendosi ogni quattro anni anche in prospettiva, perché i contratti con gli sponsor sono di durata pluriennale e noi abbiamo interesse a trovare partner di lungo periodo. Se avessimo fatto altre scelte avremmo già uno sponsor di maglia, ma abbiamo voluto valorizzare un’organizzazione molto importante, Save The Children, con cui siamo impegnati da anni e siamo molto felici della visibilità che sta avendo».

LA VALORIZZAZIONE DEI GIOVANI

«Noi pensiamo che i giovani abbiano bisogno di tempo e di un contesto adeguato per esprimersi, e per poter performare secondo il loro talento. Per questo crediamo nel progetto Next Gen, che offre esattamente quel contesto di competitività, di difficoltà, di opportunità di crescere ai nostri giocatori all'interno della famiglia Juve, non pensando per forza a esigenze di breve periodo. L’investimento va quindi visto e valutato negli anni, e secondo noi questa è la strada giusta».

IL MOVIMENTO FEMMINILE

«Si tratta di una realtà che esiste da diversi anni, però forse ancora agli albori, soprattutto dal punto di vista economico. Quello che manca in Italia, ma non solo, è uno sviluppo della parte commerciale che permetterebbe di portare risorse e migliorare ancora di più il calcio femminile. Noi continueremo sicuramente a essere presenti, a investire, quest'anno tra l'altro la nostra squadra sta andando molto bene».

LA STRUTTURA DEL CLUB

«Alla Juventus, considerando tutti i tipi di contratti, lavorano circa 500 persone: è un’organizzazione importante, che è anche ben rappresentata dalle nostre strutture fisiche, su cui al momento non prevediamo interventi, perché sono davvero all’avanguardia, moderne e professionali, come per esempio Vinovo».

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