17 marzo 2017
«Affascinante». È questo l'aggettivo che Pavel Nedved usa per definire la doppia sfida con il Barcellona nei quarti di Champions. Il vicepresidente non cova desideri di vendetta per la finale persa due stagioni fa, ma è convinto che la Juve potrà giocarsela alla pari: «Non dobbiamo guardare al passato, ma al presente, sapendo che siamo forti e possiamo affrontarli a viso aperto. Che vinca il migliore».«La Juve è cresciuta, ogni giorno – continua Nedved - Questa sfida arriva al momento giusto e sono d'accordo con quanto detto da Giovanni Trapattoni, cui faccio gli auguri per il suo compleanno: “La Juve deve guardare se stessa”. È quanto dovremo fare. Dobbiamo rispettare il Barca, ma senza paura, perché siamo all'altezza di affrontarli. Il Barca è meno forte di qualche anno fa? Il tempo passa per tutti. Gli anni passano per tutti. Loro hanno vinto molto negli anni precedenti ed è comprensibile che non siamo più gli stessi, ma a questi incontri si arriva al top della forma e se vogliamo andare avanti dovremo dare qualcosa in più. Siamo pronti, ma dovremo essere al massimo per far loro male».Nello spogliatoio ci sarà qualche bianconero soddisfatto, perché in questi giorni aveva dichiarato la sua preferenza per i blaugrana, altri meno, come Dani Alves: «Capisco che da ex avrebbe preferito evitare il Barca, ma faccio fatica ad accontentare tutti – scherza Nedved – Dybala e Bonucci ad esempio volevano incontrarlo. Siamo contenti di essere qui oggi e essere l'unica squadra italiana ancora in corsa mi rende orgoglioso, ma preferirei che ce ne fossero altre, perché il calcio italiano ne ha bisogno»I bianconeri giocheranno l'andata allo Stadium martedì 11 aprile e il ritorno al Camp Nou, mercoledì 19. Affrontare il trasferta la gara decisiva potrebbe essere un piccolo svantaggio, ma «ricordo un precedente, in cui giocammo il ritorno al Camp Nou e ci andò bene». Nedved si riferisce alla partita del 22 aprile 2003, anche quella volta nei quarti di finale, i bianconeri si imposero per 2-1 in Spagna grazie ai gol proprio della Furia Ceca e di Zalayeta. «In queste sfide non importa dove giochi – conclude - In casa o fuori dovremo essere al top».