21 marzo 2024
Nulla cambia senza azioni concrete. Questa è la nostra più profonda convinzione: a maggior ragione oggi, 21 marzo, in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale.
Prevenire ed eliminare il razzismo in tutte le sue forme dentro e fuori dal campo rappresenta per Juventus un obiettivo concreto.
Oggi la voce è quella di Timothy Weah, ma potrebbe essere quella di ogni singolo atleta, componente degli staff tecnici, o dipendente: tutti deploriamo il razzismo, in ogni sua forma. Lo sdegno è unanime, perché la questione tocca tutti noi.
All’interno di tutti gli ecosistemi di Juventus, come per esempio allo stadio e nel digitale, il nostro obiettivo è quello di costruire un ambiente sano, che non comprenda espressioni di discriminazione razziale.
A partire dalla stagione 2014-2015, l’Allianz Stadium è stato dotato di un sistema di 86 telecamere multifocali Panomera, che consentono di individuare i soggetti che si rendono responsabili di comportamenti non in linea con il Regolamento d’uso dell’impianto: in questa stagione sportiva non sono stati sanzionati episodi di stampo razzista, a riprova dell’effetto deterrente della tecnologia installata.
La volontà di agire su più fronti ha coinvolto anche la nostra community digitale. Con oltre 165 milioni di followers, quello bianconero è uno degli ecosistemi digitali con più seguito e il nostro obiettivo, anche in questo caso, è costruire un ambiente sano, all’interno del quale tutti possano esprimersi liberamente. Per questo motivo nel gennaio 2024 la società ha deciso di adottare uno strumento che consente di moderare automaticamente i commenti ai nostri post contenenti parole d’odio, riuscendo a preservare la libertà di parola. In media ogni settimana vengono pubblicati 1.500 contenuti all’interno dell’intero ecosistema digitale, e da gennaio sono stati immediatamente rimossi 30.000 messaggi d’odio, tra i quali circa 400 razzisti.
Un segnale di continuità dell’impegno di Juventus: anche in futuro il nostro impegno proseguirà, e continueremo a gridare forte “Never again”.
Nulla cambia finché non lo facciamo.